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Il Ratto della bella fanciulla di Pergusa nell’alternarsi delle stagioni

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Prima di lasciarla fuggire le fece mangiare dei chicchi di melograno, simbolo del matrimonio

M.T. Cicerone tra i poeti che hanno cantato il mito di Proserpina.

“Ceres frugum dea filiam probam pulchramque habebat, Proserpinam.
Sed Pluto, Inferorum deus, virginem rapit nuptiarum cupidus in suum regnum ducit et ei inferorum coronam ex auro donat.
diu frustraque ceres filiam quaerit denique iuppiter, deorum hominumque pater, miserae matri domicilium filiae indicat et pacem conciliat inter Plutonem et cererem: nunc proserpina habitat cum plutone apud inferos autumno et hieme, cum matre vere et aestate”(in Verrem ) M. T. Cicerone

In provincia di Enna, nel cuore della Sicilia, c’è un angolo di pace e di mistero, rappresentato dal lago di Pergusa. È un lago naturale, unico nel suo genere, dove il clima magico della natura colorata, dai tempi remoti, ha incantato poeti e artisti. Essendo fulcro della Riserva Naturale Speciale, viene gestita dalla Provincia regionale di Enna. Sono moltissimi i turisti che perlustrano la zona. Innumerevoli le specie animali che si fermano in quell’habitat vegetativo. È possibile ammirare garzette, aironi ed altri uccelli acquatici. Di recente sono stati avvistati esemplari in via d’estinzione come l’airone rosso. Tutto intorno al lago di Pergusa trovasi la Selva omonima, con varie specie boschive. Il lago, alimentato da acqua piovana e da sorgenti, è salato. Il suo stato risulta deteriorato dal clima torrido e dai pochi rovesci piovaschi. L’area che lo circonda è di circa 1,8 Km. quadrati ed è profondo tre metri e mezzo. In determinati periodi avviene un fenomeno straordinario: le sue acque si colorano di rosso. La suddetta colorazione è un congegno ambientale di autodepurazione. Il paese di Pergusa, unico con il suo lago ed il suo bosco, si trova nella Conca Pergusina.

Questo paesaggio suggestivo della Sicilia, circondato da colline, vigneti e uliveti, dall’alto della sua natura si inchina al vulcano Etna. Pergusa custodisce la memoria degli antichi mestieri. Si possono gustare salumi e formaggi fatti in casa, da gradire sulle sponde. Il lago di Pergusa è caratterizzato da un paesaggio stimolante dal punto di vista ambientale. Dall’antichità scrittori famosi come Ovidio, Cicerone, Livio e il poeta inglese John Milton ne hanno preso ispirazione. Dall’epoca classica è stato celebrato attraverso il mito denominato: “Il ratto di Proserpina”. L’antica leggenda racconta di Proserpina, figlia di Cerere e Zeus. Poichè la stupenda giovane era molto ambita, vari uomini se ne innamorarono. La leggenda narra di Proserpina, la quale trovandosi , insieme alle sue amiche, a pochi chilometri da Enna, vicino al lago di Pergusa, mentre era intenta a raccogliere dei fiori nei pressi del lago, venne rapita da Plutone. Egli, considerato dalla mitologia dio degli Inferi, emerse dalla terra dall’Ade (il regno delle anime greche e romane) per rapirla. Si racconta che Plutone decise di rapire Proserpina, perchè affascinato dalla straordinaria bellezza di lei. Quest’ultima cercò in ogni modo di difendersi.

Essendo stata protetta dall’amica Ciane, che osteggiò il Dio, quest’ultima venne tramutata in una fonte. Cerere, dea della terra e della fertilità, alla notizia della scomparsa della figlia, non avendo notizie da nove lunghi giorni, interpellò Giove. Egli, fratello di Plutone e padre degli dei, rimase impassibile alla richiesta che la giovane tornasse. La risposta fu inquietante, perchè dettata da un silenzio omertoso. Giove, però, a causa di una grande siccità e carestia che colpì la terra, provocate proprio da Cerere, non potè rimanere senza far nulla. Intanto Plutone sposò Proserpina, ma non poté opporre resistenza al fratello che lo intimò di liberarla.

Prima di lasciarla fuggire le fece mangiare dei chicchi di melograno, simbolo del matrimonio. Questo provvedimento era legato ad un’antica legge che sanciva che, chi avesse mangiato dei chicchi di melograno a casa del marito, sarebbe tornata in quel luogo. Giove decise di riconsegnare alla famiglia Proserpina, ma concordò che per un certo periodo la fanciulla tornasse da Plutone. Quando Proserpina tornava sulla terra i campi e i prati rifiorivano floridi e colmi di frutti. Il mito narra che per i greci e i romani la rotazione delle stagioni risalirebbe alla leggenda del “Ratto di Proserpina”.

La fanciulla, come un seme, dopo sei mesi di buio sotto terra nell’Ade (inferno) con Plutone, rappresentazione dei mesi più tristi autunno e inverno, ritornando sulla terra faceva fiorire e germogliare ogni semente. Allo stesso modo, anche oggi, la Primavera dà luogo al trionfo della vita. La Sicilia, terra da amare, nel segreto della leggenda del lago di Pergusa, esalta il trionfo della vita dalla morte. Sembra voglia ammonire che la morte sia solo di passaggio, in quanto c’è un altro momento di resurrezione, che ciascuno immagina avvenga secondo una legge divina prestabilita ed un “motu proprio “.

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