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Le strane “dimissioni” di Cateno De Luca

De Luca-De Domenico
occorre evitare “u passiu”, ma si può intervenire anche solo limitando o organizzando gli orari

Circa un’ora e quaranta di monologo ieri sera i diretta Facebook.

Cateno De Luca ha una indubbia capacità come attore: i perfetti tempi, le pause, l’alternanza degli stati d’animo, la suspense creata, la progressione degli argomenti, la padronanza della scena.

Con ciò non vogliamo dire che è tutto un bluff, uno studiato artificio politico: vogliamo riconoscere le sue doti, non mettiamo in dubbio la sua volontà di fare il possibile nella battaglia per arginare la pandemia ma non possiamo tacere come le sbandierate “dimissioni” siano farlocche !

Le dimissioni si inviano, crediamo, al Segretario Generale, al Prefetto ed all’Assessorato Enti locali, non al Presidente del Consiglio Comunale (se non per una improvvisa cortesia istituzionale);
non si afferma che sono irrevocabili smentendolo 20 minuti dopo: diciamolo fuori dai denti che non siamo di fronte a dimissioni rituali ma ad una sacrosanta pressione sull’ex amico Musumeci perché l’ASP di Messina torni a funzionare!

Detto questo, e condividendo le critiche alla conduzione La Paglia, non possiamo non fare alcuni rilievi.

Non ci sono piaciuti gli attacchi personali (prima parte della diretta) per alcuni post critici, che se pur non ci hanno appassionato non possiamo definire volgari, come non ci è piaciuta la falsificazione della realtà (almeno quella ufficiale) che mirava a “scegliere” il candidato PD a Sindaco: nome che non tiene conto delle necessarie alleanze, degli scenari nazionali e regionali che vi saranno quando i partiti dovranno fare le proprie scelte, scelte oggi assolutamente premature attesa la convinzione che non vi saranno “dimissioni”.

 

La lettera di dimissioni

Nella seconda parte della diretta Facebook De Luca ha letto la lettera di dimissioni indirizzata al Presidente del consiglio comunale.

La lettera fa correttamente riferimento all’inefficienza della sanità regionale e dell’Asp.

“Mi sono speso in prima persona sin dall’inizio della pandemia a sostegno della comunità. Non sono mancate misure economiche per i cittadini. Nessuno a Messina è rimasto privo di aiuti. Tutti ci siamo trovati in un mare sconosciuto e difficile da affrontare. Mai avrei pensato che l’Asp ad ottobre si sarebbe dimostrata ancora non in grado di affrontare la pandemia”.

Nella lettera si ripercorre la storia degli ultimi 4 mesi con i vari tavoli tecnici, si spiega che il non poter agire concretamente per salvare Messina lo ha spinto a presentare le dimissioni.

“Spero che dopo che l’avrò protocollata si accendano i riflettori su Messina. Da domani scatta il conto alla rovescia. Da domani passeranno 20 giorni, come prevede la legge. Tra 20 giorni non sarò più sindaco e sappiate che questo atto non è soggetto a revoca (?). Non dobbiamo più subire le angherie di Musumeci e Razza. Voglio vedere se anche di fronte alle mie dimissioni continuano a tenere qui La Paglia”

 

“L’ordinanza”

“Da domani sarebbe entrata in vigore l’ordinanza ma l’ho revocata e ho deciso di rifarla.
Aspetto i provvedimenti nazionali e poi aspetterò Musumeci e sabato la rifaccio per la CHIUSURA TOTALE.

Io chiuderò il mio mandato prendendomi la responsabilità d’interrompere questa catena di contagi.

Io non ho paura e farò l’ordinanza e farò di tutto per farla rispettare.
Lego il mio destino al risultato del provvedimento. Se la mia ordinanza fallirà io tolgo il disturbo“.

 

Anche qui, caro Sindaco, alcune osservazioni.

Noi siamo per un atteggiamento consapevole ed intransigente, ma di buon senso.

Vedremo il provvedimento nazionale, che Musumeci certamente farà proprio, ma diciamo fin da ora che, ferma restando la lotta ai furbetti, ci sono settori commerciali di prima necessità che non possono essere cancellati per giorni e giorni.

Non ci riferiamo al complesso e famoso “Allegato 23” ma come chiudere ad esempio i distributori di carburante o di gas domestico, le lavanderie a gettone per i molti che non dispongono di altri strumenti, perché tenere aperti i supermercati alimentari ma chiudere la distribuzione di pesce congelato, come non considerare di primissima necessità, assieme al cibo, l’illuminazione, la TV, la telefonia ed i computer?

Certo occorre evitare “u passiu”, ma si può intervenire anche solo limitando o organizzando gli orari.

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Domani, sabato 16, alle ore 15, il Consiglio comunale si riunirà in seduta straordinaria e urgente. I lavori d’Aula prevedono il seguente ordine del giorno: “Emergenza Covid 19”.

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