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Simple Minds a Taormina, un tuffo nei favolosi Eighties

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La band scozzese, capitanata da Jim Kerr, ha entusiasmato il pubblico del Teatro Antico (sold out), proponendo i grandi successi del passato.

È stata una serata magica quella di ieri al Teatro Antico di Taormina; una serata di festa attesa due anni, perché due volte rimandata a causa della pandemia, e che “finalmente” (per citare l’esclamazione in perfetto italiano del frontman, Jim Kerr) ha potuto celebrarsi nello splendido scenario della perla dello Jonio.


I Simple Minds, storica band anni Ottanta che faceva impazzire gli amanti del soft rock, hanno inaugurato la stagione dei concerti al Teatro Antico registrando il sold out.


Jim Kerr e soci hanno voluto celebrare i quasi 45 anni della loro straordinaria carriera con un tour che li vedrà impegnati ad esibirsi in giro per il mondo. La tappa a Taormina, città che ha “adottato” il cantante di Glasgow (proprio a Taormina è proprietario di un B&B) non poteva mancare. Della band originaria si è perduto per strada qualche pezzo: non ci sono più il tastierista Mick MacNeil e il batterista Mel Gaynor. A non far rimpiangere gli assenti, assieme a Jim Kerr, leader iconico, e al chitarrista Charlie Burchill, troviamo Cherisse Osei, un’ira di Dio alla batteria, il bassista Ged Grimes, la tastierista Berenice Scott e la corista Sarah Brown.

Celebrativa di un percorso musicale puntellato di successi è senz’altro la scaletta dei brani selezionati ad intrattenere il pubblico giovane e meno giovane. Apre le danze Act of Love, brano del 1978, quando ancora la band muoveva i primi passi nelle classifiche britanniche. Seguono I Travel, attualissima per le tematiche trattate, e le iconiche Waterfront, una poesia più che una canzone, e Belfast Child. Ed entriamo nel capitolo che ha dato la svolta alla carriera del Simple Minds, New Gold Dream, il quinto album registrato dalla band, anno 1982, un concentrato di successi difficilmente ripetibili: l’omonima canzone fa scattare in piedi il pubblico di Taormina, che libera definitivamente la tensione sulle note della patinata Glittering Prize. Il sound di Promised you a miracle è un amarcord per i nostalgici degli anni d’oro della band scozzese, così come Someone Somewhere in Summertime. Il repertorio è vasto e non mancano neppure i brani estratti dall’ultimo album, Walk Between Walks, ma sono sempre i vecchi successi a far dimenare i fan. Come Mandela Day, un inno dedicato al carismatico oppositore dell’apartheid. Sorprende la versione delicata di Speed your love, affidata alle voci di Sarah Brown e Berenice Scott. Poi Jim rientra di nuovo in scena per il gran finale con Alive and Kickin’ e l’immancabile Don’t you (forget about me). Il pubblico ha apprezzato, chiede a Jim di continuare a cantare, ma è tempo di calare il sipario. L’atmosfera di gioia ha regalato una serata magica a tutti i presenti.

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