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Ivan Dàlia, il pianista non vedente

Ivan Dàlia_MessinWebTv_Cultura
Successi in America dalla critica musicale internazionale e mito degli italoamericani.

Un regalo inaspettato giunge direttamente dall’America.

È l’intervista ad un musicista di grande spessore artistico.

La videochiamata assume subito un sapore di enorme valenza, perchè il personaggio è italiano del sud Italia e si chiama Ivan Dàlia.

Chiediamo il permesso di registrazione, che concede volentieri. Una bellezza che affascina, bello come il sole, dentro e fuori! Ivan, il pianista non vedente, di Teverola un piccolo centro vicino Caserta nel 1985 della provincia di Caserta, ci accoglie a braccia aperte. Solo chi ne è a conoscenza si accorge che è un giovane nato cieco dalla nascita. Incredibilmente il suo sguardo penetra dentro di noi… Bel viso, capelli sulle spalle al vento, scompigliati, ma curati e lucidi. Lo osserviamo attentamente, vuole legarli e poi ancora sciolti. Un gesto che ci ricorda i grandi maestri della musica internazionale. E lui è davvero un maestro! Il suo esempio musicale, come cantautore, è stato Giorgio Gaber. Lo ha conosciuto personalmente, esaltando la sua satira e l’ironia professionale. Ci appare coraggioso e forte, così entriamo nel cuore dell’intervista per l’America, Allora, Sidney Australia e messinawebtv Sicilia. Il suo accento mezzo napoletano e mezzo romano ci incuriosisce. Esordisce che da piccolo ha cominciato con i rumori sulle pentole; poi gli viene regalata una tastiera. A 11 anni si trasferisce a Napoli, patria dei suoi genitori, che lo affidano ad un maestro di Caserta, Gino Ricciardi. Era anche lui cieco e gli insegnò il pianoforte e poi il solfeggio con il metodo Braille. Studia al Conservatorio  San Pietro a Majella di Napoli, dove si diploma con il massimo dei voti in pianoforte classico e composizione classica. Ivan, piccolo genio, è bravissimo anche con la fisarmonica. Doni eccezionali affluiscono magicamente in stupende melodie da quelle mani d’oro. Verso i 17 anni ha cominciato a suonare nei locali, clubs, del centro Italia, attraverso la musica balcanica, popolare, jazz, funky, rock. Con il pubblico ha un rapporto eccezionale da quando ha superato tutte le sue ansie. Rammenta che a 13 anni, quando un giorno doveva esibirsi in un locale importante. Lo intimoriva il sapere che lì aveva suonato Mozart. Facendo forza su sè stesso, quel giorno ha deciso di essere un tutt’uno con la gente. Si è imposto di suonare per primo per se stesso e poi per chi gli sta intorno. Ivan preferisce sentire il calore del pubblico e non gli piace pensare che i teatri siano vuoti. È la platea che gli dà coraggio e vitalità. Si ricorda la frizzante veemenza del pubblico di Cuba. Ci racconta che tra i paesi che lo hanno ospitato in questi anni c’è la Germania. A 25 anni decide di scoprire altre nazioni, spinto dalla curiosità. Così ipse dicit: ”I musicisti con il nostro animo gipys siamo vagabondi. Scoprire la musica vuol dire scoprire la cultura”. Aveva 2 soli numeri, li definisce due arti, uno dei quartieri Spagnoli ed uno di Secondigliano. Con loro si avventura. Il suo maestro di composizione Nuccio lo Gatto partì pure lui, ma vi rimase solo una settimana. Per Ivan fu diverso, perché trovò casa, lavoro e la ragazza. Lì rimase per 6 anni.  Giunto a Berlino è rimasto colpito dalla superorganizzazione dal punto di vista statale e popolare, tuttavia la sentiva fredda e buia e dunque anche la lingua è stata difficile. Sappiamo che oltre all’italiano, lingua madre, parla bene anche l’inglese e lo spagnolo. Il suo approccio con l’America, invece, è nato per amore, per l’amore per una donna. Il fascino di New York è grandioso, le sue luci scintillanti e i rumori lo folgorano. Ivan si augura di poterci rimanere a lungo. Ecco perchè gli  auguriamo un futuro splendido ed una carriera sempre in crescendo anche economicamente. Ivan non è soltanto un grande pianista ma ha quel “quid” che lo gettona artisticamente anche attore.  Nel 2010 partecipa lo si incontra come attore e compositore della colonna sonora del film Napoli 24 di Paolo Sorrentino. Ivan Dalia si ritrova come conduttore della 21esima edizione del premio braille trasmessa su Rai1, nel settembre 2016. A Italia’s Got Talent 2016, si è classificato al secondo posto, conquistando la giuria composta da Nina Zilli, Luciana Litizzetto, Claudio Bisio e Frank Matano, affascinando con le sue composizioni jazz.

Nel 2023 dovrebbe uscire il film “Golia” di Roberto Marra e Stefano Salvatori, con musiche e colonne sonore del pianista.

Ha parole di elogio per lo showman Fiorello, che vorrebbe incontrare. Ivan dice che per avere la felicità, bisogna accettare le proprie miserie. Non ha mai avuto esperienze artistiche con italoamericani, ma è rimasto estasiato dall’umanità di Josephine Buscaglia Maietta, la Castelvetranese, conduttrice del Sabato Italiano di Radio Hofstra University di New York. La multiculturalità, della giornalista di New York, lo ha conquistato. È stato invitato in una grande festa a favore degli italoamericani molto importante, organizzata accuratamente dalla stessa.

Durante l’occasione, in presenza di personalità illustri, tra queste il Console italiano in America, Dalia si è esibito, intrattenendo il pubblico sia come musicista che come attore. Grandi consensi e successi incredibili per lui, che ha ricevuto complimenti dalla critica musicale internazionale.

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