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Amministrative, De Domenico: “Le partecipate usate per fare campagna elettorale”

conf. stampa de domenico su partecipate
Nella sua ultima conferenza stampa prima del voto, il candidato del centrosinistra denuncia una "gestione patronale" delle aziende

Sono state le partecipate le protagoniste dell’ultima conferenza stampa del candidato sindaco del centrosinistra Franco De Domenico prima del silenzio elettorale. Si è parlato di MessinaServizi Bene Comune, ATM, Patrimonio Spa, Messina Social City e Arisme. Presenti accanto a Franco De Domenico la squadra degli assessori designati e i consiglieri comunali uscenti del PD e del Movimento 5 Stelle.

«Le partecipate che dovevano essere azzerate secondo il programma dell’amministrazione che ci ha preceduto perché “bancomat della politica” – ha detto De Domenico – non solo non sono state azzerate, dando dimostrazione della solita coerenza, ma addirittura sono state incrementate». Apre le danze Franco De Domenico con aspre critiche all’operato della vecchia amministrazione.

«Sono state utilizzate le partecipate per fare campagna elettorale – ha continuato De Domenico – facendo assunzioni a tempo con scadenza a ridosso delle elezioni, per tenere le persone in stato di bisogno e sono state fatte assunzioni senza tenere conto dei parametri che devono caratterizzare la gestione di una partecipata che sono l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa».

De Domenico: «Non toglieremo posti di lavoro»

Dalla precedente amministrazione, secondo De Domenico, «una gestione patronale delle partecipate». Poca chiarezza e mala gestione, con «servizi non sempre chiari, con attribuzione di competenze non previste nei contratti di servizio» e mancanza di un controllo qualità dell’operato delle partecipate.

«Una precisazione d’obbligo: non toglieremo nessun posto di lavoro», rassicura il candidato di centrosinistra, «Anzi, dove ci sono situazioni di lavoro precario faremo di tutto per stabilizzare secondo il criterio della trasparenza e della competenza lasciando ad altri il criterio dell’appartenenza».

Patrimonio Spa. Calabrò: «Va liquidata»

Anche l’assessore designato Felice Calabrò rassicura: «Bisogna dirlo a chiare lettere: garantiremo i servizi e garantiremo i posti di lavoro».

«Con De Luca – ha continuato l’assessore designato – c’è stato un depauperamento dei servizi del comune che sono stati esternalizzati con le partecipate».

«Non tutte le partecipate hanno ragione d’esistere, ha sottolineato Calabrò, «e per questo avvieremo processi di razionalizzazione e liquidazione».

Un esempio, secondo l’assessore, è la Patrimonio Spa, partecipata, ha spiegato la capogruppo del Movimento 5 Stelle Cristina Cannistrà, che avrebbe dovuto occuparsi di censire il patrimonio immobiliare del Comune, per la quale il commissario Santoro ha chiesto la liquidazione.  

«Una società carrozzone», così l’ha definita il consigliere uscente Gaetano Gennaro. «Non si è mai visto dopo una delibera del consiglio comunale un ricorso al Tar da parte del Comune». Il Tar ha poi annullato la delibera per una questione formale: la delibera redatta in maniera incompleta. «Il Comune ora la mette in liquidazione, questo dimostra ancora una volta che ci avevamo visto giusto».

«Non abbiamo votato a favore della costituzione di questa società – ha detto Cristina Cannistrà consigliera uscente e assessora designata – perché abbiamo sempre ritenuto che il censimento del patrimonio immobiliare potesse essere svolto dal dipartimento patrimonio rafforzandone il personale e le risorse necessarie. Nelle commissioni abbiamo chiesto di poter ascoltare il presidente della Patrimonio Spa e conoscere lo stato dei lavori. Dai primi verbali abbiamo notato che si adottava più un’azione amministrativa che gestionale. La società in una prima fase si è occupata di pagare solo i lavoratori che la componevano e il cda».

Dopo la richiesta di un accesso agli atti, ha spiegato l’assessora designata, «si è scoperto che a luglio 2021 aveva solo avviato qualcosina e aveva ancora tutto da fare». 

Arisme. Fusco: «Nata in violazione di legge»

«Arisme, a parere nostro ma abbiamo avuto la conferma anche del segretario generale, è stata costituita con delle violazione di legge» ha detto il consigliere uscente Giuseppe Fusco. «Noi, nella nostra attività di controllo abbiamo evidenziato che questa società non aveva la figura del direttore generale, non è una cosa di poco conto. Ad oggi questa criticità non è ancora stata eliminata». La figura del direttore generale, ha spiegato Fusco, ha il compito di curare la gestione amministrativa, finanziaria, commerciale e di gestione del personale.

MessinaServizi Bene Comune. Russo: «Da partecipata a “stazione appaltante”»

Antonella Russo, assessora designata e consiglia uscente, ha parlato di situazioni poco limpide all’interno dell’ATM che non state chiarite né con le interrogazioni, né con le richieste di accesso agli atti: «Non hanno risposto. Casi emblematici le interrogazioni che abbiamo fatto sull’affidamento diretto dello stadio Franco Scoglio o quelle relative ai servizi di spazzamento appaltati a una società catanese. Nel primo caso, il presidente Lombardo ha chiesto tempo. Nel secondo caso ci hanno risposto che potevamo andare a guardarci la sezione “trasparenza” del sito di MessinaServizi».

Secondo la consigliera uscente e assessora designata, pur essendo un house providing la MessinaServizi Bene Comune si sarebbe trasformata in una semplice “stazione appaltante”: «Di fatto tanti servizi sono andati a gara: il servizio di potatura e quello di scerbatura sono affidati a terzi dovrebbero essere gestiti dalla MessinaServizi perché sono attività intimamente connesse al ciclo dei rifiuti».

«MessinaServizi – ha commentato Andrea Argento portavoce del M5S al consiglio comunale – arriva a gestire il Franco Scoglio perché non c’erano altre idee. Non ci saranno sorprese nella nostra azione amministrativa, noi con coerenza abbiamo dimostrato qual è stata la nostra idea abbiamo sempre dimostrato che abbiamo messo sempre i lavoratori al primo posto».

ATM e Messina Social City. Alessandro Russo: «Da De Luca solo promesse disattese»

«Chi ha votato De Luca nel 2018 oggi non dovrebbe votarlo più, per tutte le promesse non mantenute che ha fatto», ha detto il consigliere uscente Alessandro Russo.

Sull’ATM Russo ha affermato: «L’ATM sta facendo chiamate per degli autisti a bando pubblico che il tribunale ha dimostrato essere basati su dichiarazioni mendaci. Quando Franco De Domenico sarà sindaco di questa città dobbiamo assicurarci che tutte le procedure concorsuali siano sottoposte a revisioni di trasparenza per dare sicurezza».

«Si è voluto svuotare il comune per affidarlo alle partecipate – ha detto Massimo Rizzo, consigliere comunale di LiberaME– Al di là dei disservizi, sono stati distorti i concetti di trasparenza e di legalità. Pochi ricordano che il consiglio comunale ha liquidato l’ATM nel 2018. Siamo nel 2022 e ancora non sappiamo l’esito di questa liquidazione».

«Messina Social City va riconfermata – ha commentato Russo – perché offre servizi essenziali, ma va ripensata e riorganizzata la pianta organica sulla base del fabbisogno reale di questa città. 150 lavoratori part-time che offrono servizi essenziali. Dopo quasi tre anni dalla creazione della long list l’amministrazione precedente non ha detto cosa vorrà farne di loro. Forse perché in campagna elettorale conviene lasciare questi lavoratori nel limbo, nel bisogno, nella necessità? Dobbiamo dare tutela ai lavoratori e al grande richiesta di fabbisogno sociale di questa città».

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