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Calcioa5 – Serie A2f – TeamScaletta  – Silenzio, parla il Capitano!

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A confronto con Elisa Segreto, capitano della formazione ionica prossima ad iniziare la terza stagione di serie A: “A Messina manca uno scudetto nel calcio? Possiamo portarvi quello del FUTSAL”

Piccoli Passi e Programmazione, le tre P necessarie ad ogni società sportiva che ambisca a stare tra le grandi e a starci a lungo. In genere, chi ci sta dentro gioca per dedizione e rispetto ad una passione di sempre, per divertirsi ed imparare a divertire. Che poi possa diventare una professione forse ci sta pure, ma – fidatevi – non è poi proprio indispensabile.

Immaginare realtà così non è propriamente immediato quando vivi in un territorio socio-economicamente depresso. Eppure, basta scandagliare – con neppure troppo impegno – il web per scoprire che non serve sospirare l’impossibile perché realtà così esistono davvero.

Sono realtà, sono un team, sono anzitutto persone, sono donne che giocano a calcio (il meno conosciuto FUTSAL) che ci mettono la delicatezza ed il fascino tipicamente femminile, ma anche la convinzione che si può osare e – badate bene! – conquistare per imparare a respirare la freschezza tipica di chi riesce a trovare compimento alle proprie ambizioni e qualità naturali.

Un team – come amano definirsi – militante nel campionato di serie A2, a due passi da casa, qui a Messina.  Sono il Team Scaletta del presidente Chiara Tafuri, club jonico a tinte biancoblu, prossimo al gong d’inizio stagione dove proverà a stupire, andare oltre una semplice permanenza, magari proprio andandosi a prendere quel salto di categoria che abbiamo strappato – come promessa – al capitano del club, colei che da cinque stagioni copre quotidianamente la distanza Patti-Messina per raggiungere un sogno: i vertici del proprio sport e, perché no, quel benedetto scudetto tricolore cucito sulla maglia. 

Parliamo di Elisa Segreto, giocatore di movimento e fisioterapista, di anni a sufficienza per rivestire, con pieno merito, i panni di leader, tanto da meritarsi l’appellativo di “Forrest”, per le sue doti atletiche e mentali, grazie alle quali tiene alta concentrazione, ritmo e umore del gruppo.   

Elisa, quello femminile è certamente il calcio meno conosciuto; non sapevo – fino a poco tempo fa – che ci fosse addirittura un FUTSAL femminile. Ti chiedo di raccontarci brevemente la storia del Team Scaletta

“Il Team Scaletta è nato diciotto anni fa da un’ idea di quattro amiche, tra cui la nostra presidentessa  Chiara Tafuri, quasi per gioco. All’inizio con partitelle, tornei, in un paesino, Scaletta, per crescere piano piano fino a ritrovarci in serie A2”.

E tu come ci sei finita a giocare a calcio a 5? E proprio nel Team Scaletta…

“Mi hanno fatto questa proposta, cinque anni fa, che ho accettato quasi subito, conoscendo Chiara e a Chiara è impossibile dire di no!”

Non sei di Messina città. Sei della provincia, di Patti; eppure, sono riusciti ugualmente a coinvolgerti. Prima, invece, giocavi in qualche altra squadra?

“Si, ho giocato nella Polisportiva Montagna Reale, poi nell’Asd Oliveri in serie C; proprio disputando la serie C ho conosciuto il Team Scaletta, da avversaria. Ho subito percepito l’armonia, la forza del loro gruppo; già, giocandoci contro, si respirava questo clima caratteristico del Team Scaletta ed immaginavo che con loro, in un eventuale futuro, mi sarei potuta trovare bene”.

Perché calcio a 5 e non a 11

“È capitato. Ho iniziato a giocare da grande, dopo l’università. Non sapevo neppure esistessero squadre femminili di calcio a 5. Mi hanno chiamata ed ho iniziato a giocare per caso, continuando fino ad oggi”.

Siete una squadra molto rinnovata che la scorsa stagione ha avuto difficoltà a inanellare vittorie e punti. Come si esce fuori da queste situazioni?

“In genere, non mi piace chiamare in causa la sfortuna, ma lo scorso anno lo siamo state davvero; soprattutto a causa di infortuni abbastanza importanti. La forza della squadra, l’unione, il gruppo ci hanno aiutato ad uscire fuori da una situazione molto difficile. Non abbiamo mai smesso di lottare, credendoci fino in fondo e riuscendo ad ottenere la salvezza”.

Ti chiedo questo perché molti di coloro che ascolteranno e leggeranno l’articolo sulla pagina di MessinaWebTV, sono tifosi di ACR Messina. Quello che avete vissuto voi, lo scorso anno, è un problema che sta vivendo, in queste settimane, anche il Messina. Una squadra che, a parte la prestazione di Avellino, gioca bene senza far punti. Cosa consiglieresti loro?

“Penso sia anche un discorso di spogliatoio. Occorre parlarne. Noi, ad esempio, lo facciamo prima di ogni allenamento. Il martedì facciamo riunione, parliamo dei problemi sorti in gara, cercando di trovare un punto di riferimento da cui partire per riuscire a risolverli”.

Secondo te, tra una compagine maschile ed una femminile, quale potrebbero essere le differenze più sostanziali. È più difficile risolvere delle problematiche tra voi donne o in un contesto maschile

“Chiaramente non conosco le dinamiche interne ad uno spogliatoio maschile ma posso dirti che tra donne riusciamo facilmente a parlare. Certo, ogni tanto possono capitare piccoli screzi, però riusciamo ad avere un confronto molto serenamente tra noi e lo staff tecnico. Probabilmente, non è un discorso di genere; è proprio il contesto del nostro gruppo dove c’è un ambiente molto sereno”.

Molti non sapranno, com’è capitato anche a me, che il territorio di Messina ha una squadra di calcio a 5 di serie A. Cosa vuol dire per te e cosa dovrebbe dire al territorio il fatto che ci sia una realtà così importante

“Un sogno che avevo da bambina e mai avrei pensato di poterlo realizzare. Giocavo con i miei amici, da piccolina e poi ho iniziato a giocare in una squadra di calcio a 5 già da grande. Quindi, figurati se potevo pensare di arrivare in serie A. È un sogno ed è bellissimo giocare con atlete di alto livello e squadre organizzate; completamente diverso rispetto ad una serie C. Per il territorio? C’è poca gente che viene a vederci perché forse le persone nemmeno ci conoscono, purtroppo! Anche per un discorso televisivo; a livello nazionale è  da poco che si parla di calcio a 5. Fino a pochi anni fa non si sapeva nulla”.

Secondo te, per una persona che vede il calcio a 5 dal vivo è uno sport spettacolare?

“Assolutamente sì! Bastava guardare le “final eight” della scorsa stagione. Giocate da atlete da lasciare a bocca aperta. Uno sport molto veloce in cui non c’è un momento di pausa, ti tiene incollato”.

Uno sport di grandissima intensità; molto più del calcio a 11…

“Nel calcio a 11 ci sono partite intense, ma anche partite in cui sembra che non passi mai il tempo; questo nel FUTSAL non succede”.

Prima parlavi di compagne di grande livello di cui tu sei il capitano; una grossa responsabilità

“Assolutamente sì; soprattutto motivo di grande orgoglio. Orgogliosa di far parte di questa squadra ed indossare la fascia sul braccio è certamente un grande onore. Ringrazio la società per la fiducia”.

Ci hai perso sonno e sogno per quella fascia? Ti è capitato di non dormire per quella responsabilità?

“Anche senza la fascia; essendo più grande rispetto a tante altre, mi sono sempre sentita questa responsabilità addosso. Cercare di trasmettere l’esempio alle piccoline è sempre importante, indipendentemente dalla fascia al braccio”.

C’è un’avversaria o una partita che ti lasciato un segno?

“Un’avversaria si, partite tante. Per quanto riguarda l’avversaria, Brenda Moreira della Futsal Irpinia; oltre alle indiscusse doti tecniche, ho scoperto essere una ragazza molto umile. Durante una trasferta, proprio in Campania, una mia compagna si è infortunata durante il gioco. Brenda aveva il possesso palla sola innanzi al nostro portiere; invece di tirare ha gettato la palla fuori. Gesto di fair play fantastico, non da tutti. C’è stato l’applauso del pubblico, compagne e avversarie”.

Eri in serie C, ora sei in serie A; c’è differenza tra i vari campionati?

“Si, in serie C parliamo di campionato regionale con trasferte molto più vicine. Quest’anno avremo sette trasferte in Puglia. Significherà pernottare e visto che molte di noi lavorano sarà complicato. Preparazione, allenamenti sono molto più pesanti ed intensi rispetto ad una serie C. Poi, in campo livello completamente diverso. Trovi avversarie che arrivano dalla A1”.

Ci sono prospettive per questa società e squadra oppure la serie A2 è il massimo ipotizzabile

“Non vorrei dirlo ma quest’anno abbiamo fatto ottimi innesti. Ci credo! Ci credevo anche lo scorso anno ma, purtroppo, siamo state sfortunate e spero che quest’anno vada meglio. Noi sicuramente non abbiamo paura di nessuno e non molleremo in nessuna partita”.

Allora provo a strapparti una promessa, anche perché mi piacerebbe che molte persone, tifose di ACR Messina o anche altri sport, si avvicinassero a questa realtà del Team Scaletta: portare Messina in serie A1

“Magari!”

Però questo lo devi promettere; se no non ci vengono a vedervi…

“Ti prometto che faremo tutto e più di tutto per portare il Team Scaletta in serie A1”

E visto che bisogna sempre cercare di andare oltre, un’altra promessa; a Messina manca uno scudetto nel calcio…

“E lì non posso fare nulla (ride); posso portarti lo scudetto del Team Scaletta”

È uguale; dobbiamo abituarci a pensare in modo universale per Messina e territorio circostante…

“Assolutamente d’accordo”

Insomma, lo portiamo questo tricolore a Messina?

“Oh, noi ce la metteremo tutta; però voi venite a vederci! Vogliamo il Pala-Mili pieno”.

Allora facciamo un annuncio; perché, intanto, la gente dovrebbe venire a vedervi e spendere un pomeriggio per voi?

“Dovete venire a vederci perché il FUTSAL è uno sport che merita di essere visto e seguito. Sicuramente ve ne innamorerete. Giochiamo al Pala-Mili, a Messina, di domenica. Vogliamo il Pala-Mili pieno di gente che tifa per noi”.

Brava Elisa, da grande capitano! Allora, in bocca al pesce spada…

“E come si risponde ora? (ride) Viva il pesce spada?”

Viva il pesce spada, viva il Team Scaletta

Grazie ad Elisa ed alla società del Team Scaletta per il tempo concesso.

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