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Il Giorno della Memoria monito per accendere un faro sui pericoli dell’oggi

giornata
la giornata della memoria, per ricordare, ma anche per unirsi in una comunione emotiva e civile contro ogni forma di discriminazione

Celebrata dall’ A.N.I.O.M.R.I.D., Associazione nazionale Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e Decorati la giornata della memoria che ha visto protagonisti attivi , su piattaforma digitale google meet,  gli studenti delle quinte classi dell’Istituto Tecnico Nautico Caio Duilio di Messina.

A coordinare e moderare l’incontro volto a commemorare le vittime dell’Olocausto, l’avv. Silvana Paratore consigliere nazionale A.N.I.O.M.R.I.D. che ha sostenuto come col passare degli anni e con l’esaurirsi di testimonianze dirette, diventa sempre più rilevante commemorare la Giornata della Memoria  nelle scuole, “affinché il «non dimenticare» educhi le generazioni future all’eliminazione del pregiudizio ed ad una visione della vita piu’ inclusiva ed accogliente. La memoria quale mezzo di contrasto per la peggiore delle pandemie: l’odio e l’intolleranza. Un’occasione la giornata della memoria, ha ripetuto più volte la Paratore,  per ricordare, ma anche per unirsi in una comunione emotiva e civile contro ogni forma di discriminazione.

 

 

Dopo i saluti istituzionali del pro-rettore prof. Giovanni Moschella che ha affermato come l’Università di Messina rinnova ogni anno il suo impegno nella celebrazione della Giornata della Memoria quale occasione di riflessione, dialogo e approfondimento su una delle più grandi tragedie della storia dell’umanità, è intervenuto l’Uff. dott. Francesco Frazzetta , Presidente dell’Associazione nazionale insigniti dell’ordine al merito della repubblica italiana e decorati ANIOMRID,  che ha sottolineato come il tema dell’iniziativa non è  soltanto la memoria di una delle pagine più infami della nostra storia – l’emanazione delle leggi razziali, la discriminazione, la persecuzione e lo sterminio di ebrei, sinti, omosessuali, disabili – ma anche, e soprattutto, il valore attuale e politico del ricordo, l’impegno di combattere la discriminazione in qualunque sua forma. Il futuro della memoria quale incontro fra il ricordo collettivo del passato e l’assunzione di un nuovo ruolo civile, nella società del presente e del futuro.

Degno di attenzione il contributo della dirigente scolastica dell’Istituto Tecnico Nautico Caio Duilio di Messina prof.ssa Maria Schirò che ha affermato come educare alla solidarietà, al rispetto, all’accoglienza sono i valori che noi vogliamo oggi ricordare e tenere vivi nella formazione scolastica dei ragazzi che diventeranno cittadini del mondo perchè è proprio tra i banchi di scuola che si forma la coscienza e la consapevolezza dei giovani che si debbono confrontare con un mondo fatto di diversità e ricchezze culturali.

A porgere il saluto in rappresentanza del Questore di Messina, il Commissario Capo della Polizia di Stato dott. Salvatore Gulizia che ha posto l’accento sull’informare per formare sottolineando l’impegno della questura in iniziative di elevato valore umano, sociale e storico.

 

 

Interesse ed attenzione hanno suscitato gli interventi dei relatori della webinar. Ad intervenire il prof. Santi Fedele già ordinario di storia contemporanea dell’Università di Messina che ha ripercorso alcune tappe storiche . Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche arrivavano nella città polacca di Osviecim (in tedesco Auschwitz) scoprendo il vicino campo di concentramento, liberandone i prigionieri sopravvissuti e così svelando al mondo l’orrore della Shoah, il genocidio del popolo ebraico messo in atto dal nazismo. il Novecento ha affermato Fedele, è stato  il secolo più violento nella storia dell’umanità, perché più potenti gli strumenti di distruzione e di morte disponibili. Un secolo che ha presentato una tragica sequela di atrocità: i campi di concentramento sovietici, le esplosioni di Hiroshima e Nagasaki, le cruente guerre tribali nell’Africa nera, il genocidio cambogiano ecc. Eppure in questa tragica galleria di orrori la shoah e Auschwitz rappresentano, ha affermato il docente universitario,  un unicum e ciò perché mai prima uno Stato si era arrogato il diritto di decidere che dei gruppi umani non hanno più diritto di vivere su questa terra fissando i luoghi e i tempi del loro sterminio e perché milioni sono state le vittime dei campi di concentramento di varia natura sorti nel corso del XX secolo, ma in uno ed uno soltanto di essi, quello nazista, la morte dei deportati non era la conseguenza di denutrizione, malattie ecc. ma l’obiettivo preciso di una struttura predisposta al loro annientamento ed infine perché il lager nazista è il luogo in cui i livelli d’efficienza cui è pervenuta la macchina burocratica e l’utilizzo dei primi sistemi informatici (le schede perforate approntate dalla consociata tedesca dell’Ibm  per la contabilizzazione delle vittime) si capovolgono in terrificanti strumenti di sterminio.

A seguire è intervenuta la prof.ssa Teresa Lazzaro referente del progetto Rimembranze dei bambini di Bullenhuser Damm che ha ricordato una storia densa di emozioni. Il 25 gennaio 2022  un’anziana signora si è fatta accompagnare al roseto di Bullenhuser Damm ad Amburgo per rendere vivo il ricordo dei venti bambini scelti da Mengele per gli esperimenti medici atti a scoprire il vaccino della tubercolosi. La signora che è tornata in Germania è stata ospite del Bundestag e sulle orme di Elie Wiesel e Shimon Perez ha raccontato la sua storia. Inge Auerbacher fu rinchiusa a Terezin dove contrasse la tubercolosi e fu trai i meno di cento bambini a  tornare a  vivere. A Terezin arrivarono quindicimila bambini.

Vivace il dibattito con gli studenti dell’istituto Nautico Caio Duilio che hanno posto varie domande scaturite da percorsi sul tema sviluppati in classe che hanno messo in evidenza la conoscenza tra i giovani studenti di un percorso di apprendimento mirato ad una prospettiva pedagogica finalizzata ad educare al rispetto delle differenze contro ogni forma di violenza e discriminazione.

E così capitanati dalle docenti Antonella Mauro e Annalisa Marziano, con la fattiva collaborazione degli altri docenti di Diritto e di lettere, professori Franca Roberto, Grazia Crea, Elisa De Domenico, Rosalba Giammella, Massimo Ipsale, Mariagrazia Managó, Antonella Mondello, Rita Dardanelli e Flavia Pollino, con il supporto operativo del prof. Casare David, sono intervenuti con delle riflessioni profonde gli studenti: Pietro Tripodo e Giulia Micari VC, Samuele Di Salvo e Marco Valenzini della 5 F, Daniele Pistorio e Davide Currò della 5 M, Gabriele Mostaccio e Emanuele Filippo Pio Mandanici della 5B, Alessandra Bruschetta della 5 I, Valentina Morabito 5F , Davide Mazza della 5E e  Kenny Abalos 5D.

Tra le riflessioni dei giovani studenti si annotano le seguenti ” Cosa farebbero bimbi e ragazzi vittime dell’olocausto se venisse data loro una nuova vita? sicuramente metterebbero da parte tutte le questioni  più futili e vivrebbero a pieno la vita capendo che quel che conta è davvero essere felici….”  “Cosa ce ne facciamo di questa memoria? ecco il nuovo 27 gennaio… e dopo mezzanotte tutto sarà un capitolo chiuso”. “Allora prima di rabbrividire rendiamoci conto che solo attraverso il ns, agire quotidiano si possono cambiare le cose; Auschwitz è li’ dietro l’angolo, nell’inferno dei regimi africani, nelle donne infibulate e negli orrori dei nostri tempi”; ” Se è successo vuole dire che può succedere ancora….” la speranza che possa nascere un segno nella società affinchè ciò non si possa ripetere di nuovo…. l’orrenda parola di queste parole è visibile nel bullismo e nelle discriminazioni che possono dare vita a nuove tragedie.




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