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Fondi per la dispersione scolastica, esclusi gli istituti di “frontiera”

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A denunciarlo la deputata Maria Flavia Timbro e il segretario di Articolo Uno Domenico Siracusano, che hanno raccolto il malcontento di chi opera in quartieri difficili

Sembra abbia generato non pochi malumore la ripartizione dei fondi per la dispersione scolastica, assegnati dal Ministero dell’Istruzione, comunicata pochi giorni fa dalla Sottosegretario Barbara Floridia, e che vedrebbe esclusi istituti operanti in zona di “frontiera”. Ad evidenziarlo sono stati Maria Flavia Timbro, Parlamentare Nazionale di Articolo Uno-LeU, e Domenico Siracusano, Segretario Provinciale di Articolo Uno.

“Nello scorrere la graduatoria degli Istituti Secondari, di primo e secondo grado, nella città di Messina, ma anche in provincia, scrivono i due esponenti di Articolo Uno – balza subito agli occhi una netta prevalenza delle scuole superiori e la totale assenza di alcuni istituti comprensivi che operano in contesti sociali e ambientali più che complicati”.

“Lungi da noi ingenerare una contrapposizione tra le scuole – chiariscono – ma ci è giunto il malcontento che, al di là dei titoli dei giornali, sta pervadendo specie chi opera in quartieri difficili, a contatto con una crescente povertà educativa e che prima di essere scuola è presidio democratico e di assistenza socio-culturale. Ci pare inaccettabile che, nel capoluogo, siano escluse, tra le altre, le scuole che operano al CEP, a Santa Lucia S.C., a Camaro, a Villa Lina, a Giostra e a Ritiro o nell’estrema periferia a sud e a nord del centro urbano”.

“Le risorse del PNRR – proseguono Timbro e Siracusano – sono un’occasione straordinaria per dare una scossa in alcuni strategici per il nostro Paese. In questo senso è un’ottima notizia il provvedimento del Ministero dell’Istruzione che assegna 500 milioni come prima azione dell’“Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nel I e II ciclo della scuola secondaria e alla lotta alla dispersione scolastica” nell’ambito della linea di investimento 1.4. La mole di finanziamenti deve, però, accompagnarsi alla qualità della spesa affinché gli esiti possano essere strutturali”.

“Il lavoro dell’Osservatorio sulla Dispersione Scolastica ripreso dal Rapporto Caritas e gli approfondimenti della Commissione Regionale Antimafia – spiegano – hanno certificato i luoghi in cui i divari sono più cospicui e dove è più difficile portare bambine e bambini, ragazze e ragazzi sui banchi di scuola. Un provvedimento che reca nel titolo ‘lotta alla dispersione scolastica’ non può non tenere conto di evidenze che sono sotto gli occhi di tutti e che, anzi, rischia di delegittimare il lavoro di dirigenti scolastici ed insegnati che su quella frontiera svolgono una essenziale funzione di tutela dei diritti costituzionali”.

“Fuori da ogni polemica strumentale, sarà fondamentale capire innanzitutto se queste scuole saranno recuperate su altre linee di finanziamento o se, soprattutto, il Ministero – concludono – intenderà costruire i prossimi provvedimenti sulla base dei criteri utilizzati che rischiano di escludere pezzi importanti del sistema scolastico”.

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