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Giorno della memoria: noi non siamo “indifferenti” !

Auschwitz se non lo sai può tornare
L'indifferenza racchiude la chiave per comprendere la ragione del male

Il 27 gennaio, anniversario della liberazione da parte dei soldati sovietici dell’Armata Rossa dei reclusi sopravvissuti del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz, viene commemorato nel mondo come Giorno della Memoria, in cui ricordare l’Olocausto.

Il termine Olocausto indica, a partire dalla seconda metà del XX secolo, il genocidio di cui furono responsabili le autorità della Germania nazista e i loro alleati nei confronti degli ebrei d’Europa e, per estensione, lo sterminio di tutte le categorie di persone dai nazisti ritenute “indesiderabili” o “inferiori” per motivi politici o razziali.
Oltre agli ebrei, furono vittime dell’Olocausto le popolazioni slave delle regioni occupate nell’Europa orientale e nei Balcani, e quindi prigionieri di guerra sovietici, oppositori politici, massoni, minoranze etniche come rom, sinti e jenisch, gruppi religiosi come testimoni di Geova e pentecostali, omosessuali e portatori di handicap mentali o fisici.

“L’indifferenza racchiude la chiave per comprendere la ragione del male, perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore.
L’indifferente è complice. Complice dei misfatti peggiori”

Liliana Segre

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