Skip to content

Gli aumenti nel settore energetico fanno impennare l’inflazione anche a Messina

soldi
Continua l'incremento degli indici dei beni a consumo. La nostra, secondo i dati Istat, resta tra le città con le variazioni maggiori

Cresce ancora l’inflazione a Messina, così come nel resto del Paese. Secondo le ultime rilevazioni Istat, nella nostra città, nel mese di maggio 2022, si è registrato un incremento congiunturale del 0,9% (rispetto al mese scorso) e tendenziale del +7,9% (rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) dell’indice dei prezzi al consumo.

Gli indici dei prezzi al consumo di maggio 2022 sono stati elaborati tenendo conto delle limitazioni, differenziate a livello regionale, definite dalle normative nazionali e locali per contrastare la pandemia causata dal Covid-19. L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha continuato a consentire di ridurre gli effetti negativi del più elevato numero di mancate rilevazioni sulla qualità delle misurazioni della dinamica dei prezzi al consumo.

In Sicilia, seconda solo al Trentino Alto Adige, l’inflazione (+8,3%) si attesta, ancora una volta, al di sopra della media nazionale (+6,8%). Tra i capoluoghi di provincia sopra i 150mila abitanti, Messina, divide con Bologna la quarta posizione per maggiore incremento (+7.9% per l’appunto).

Aumenti ovunque, decrescono solo tre settori

Crescono tendenzialmente rispetto all’anno precedente: prodotti alimentari e bevande analcoliche (+9,2%), bevande alcoliche e tabacchi (+1,2%), abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+28,2%), mobili, articoli e servizi per la casa (+2,5%), servizi sanitari e spese per la salute (+0,8%), trasporti (+13,3%), ricreazione, spettacoli e cultura (+1,3%), servizi ricettivi e ristorazione (+3,9%), altri beni e servizi (+1,3%).

Decrescono abbigliamento e calzature (-0,4%), comunicazioni (-2,1%) ed istruzione (-0,4%).

Come risulta evidente, gli aumenti più consistenti riguardano il settore energetico.

Energia elettrica

Si rileva un aumento congiunturale per quanto riguarda l’energia elettrica del mercato libero (+7,3%; +74,7% il tendenziale) e il gas di città e gas naturale del mercato libero (4,6%), legato alla crescita delle quotazioni delle materie prime energetiche, che è stata rafforzata dalle tensioni geopolitiche in atto soprattutto in relazione al prezzo del gas.

Servizi di trasporto

Nel mese di maggio si rilevano aumenti generalizzati dei prezzi dei servizi di trasporto, legati alla riapertura della stagione turistica e all’aumento dei costi del carburante, seguito alla crescita sostenuta delle quotazioni del petrolio. Nel trasporto aereo il maggiore incremento congiunturale è registrato dai voli intercontinentali (+10,1%; +45,9% il tendenziale), seguiti dai voli europei (+6,0%; +127,6% il tendenziale) e dai voli nazionali (-4,0%; +21,4% il tendenziale). L’incremento dei prezzi dei voli intercontinentali ed europei è dovuto principalmente al segmento tradizionale, mentre quello dei voli nazionali è legato essenzialmente al segmento low cost. Si rileva inoltre un lieve aumento congiunturale dei prezzi dei trasporti ferroviari nazionali (+0,5%; -13,9% il tendenziale), a causa di una minore disponibilità di offerte per l’intercity e l’intercity notte, e dei prezzi del trasporto marittimo (+0,7%; +22,7% il tendenziale), da attribuire soprattutto alle destinazioni verso l’estero.

Attività turistiche e ricreative

Per quanto riguarda i servizi turistici si rileva un aumento congiunturale dei prezzi dei pacchetti vacanza nazionali (+1,8%; -4,6% il tendenziale), dovuto essenzialmente al segmento delle città d’arte, e una diminuzione dei pacchetti vacanza internazionali (-0,9%; +8,6% il tendenziale), da attribuire per lo più al segmento mare. Aumentano, inoltre, i prezzi dei villaggi vacanze, campeggi, ostelli della gioventù e simili (+1,9%; +0,2% il tendenziale) e degli agriturismi (+2,1%). Per i servizi ricreativi si registra una riduzione generalizzata dei prezzi: gli stabilimenti balneari fanno segnare la maggiore diminuzione congiunturale (-4,9%; -1,3% il tendenziale), seguiti dai parchi di divertimento (-1,5%; -0,3% il tendenziale), dagli impianti di risalita (-0,5%; +21,2% il tendenziale) e dai parchi nazionali, giardini zoologici, giardini botanici (-0,2%; +5,6% il tendenziale).

Cultura

Si rileva, a livello congiunturale, una lieve diminuzione del prezzo dei libri di narrativa (-0,2%; -1,3% il tendenziale) e una diminuzione più marcata del prezzo del download di e-book (-2,9%; -8,0% il tendenziale). Aumenta, infine, il prezzo dei giornali quotidiani a diffusione nazionale (+0,2%; +3,4% il tendenziale) e a diffusione locale (+2,3%; +2,7% il tendenziale), a fronte di un calo dei periodici (-0,2%; +1,7%). Le variazioni congiunturali di prezzo dei quotidiani e dei periodici sono legate ad una diversa distribuzione degli allegati.

Conclusioni

Analizzando il dato complessivo nazionale, l’Istat rileva che a maggio, dopo il rallentamento di aprile, l’inflazione torna ad accelerare salendo a un livello che non si registrava da novembre 1990. Gli elevati aumenti dei prezzi dei Beni energetici continuano a essere il traino dell’inflazione (con quelli dei non regolamentati in accelerazione) e le loro conseguenze si propagano sempre più agli altri comparti merceologici, i cui accresciuti costi di produzione si riverberano sulla fase finale della commercializzazione. Accelerano infatti i prezzi al consumo di quasi tutte le altre tipologie di prodotto, con gli Alimentari lavorati che fanno salire di un punto la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” che si porta a +6,7%, come non accadeva dal marzo 1986 (quando fu +7,2%).

Condividi questo post