Esiste una piccola realtà desiderosa di manifestare la propria voglia di esserci, con l’intento di abbattere le barriere della diversità sociale e creare occasioni in cui ciascuno possa “sentirsi parte“: un traguardo che appare ancora molto lontano, ma che non scoraggia i soci di R-esistenza poetica.
Un gruppo di circa trecento ragazzi e ragazzi, messinesi e della provincia, che, forti del comune obiettivo che perseguono, vogliono far sentire la loro voce, sfatando il luogo comune del tratto indolente che caratterizza il cittadino medio della nostra terra.
Il loro mezzo di espressione è l’arte in tutte le sue forme, ognuno si esprime come può, come sa far meglio.
“Il progetto nasce in modo spontaneo – dice Mario – durante il primo incontro che abbiamo fatto e il clima di armonia che si è creato ha suggerito a tutti di dover continuare in questa direzione, con lo scopo di creare una rete sociale e allo stesso tempo di ricordare a chi di dovere il malessere generale che vive la società in questo momento storico. È un messaggio lanciato alle istituzioni ma anche alla popolazione per ricordare che non siamo soli: nessuno lo è”. Tutti gli iscritti sono protagonisti di questo progetto: “Non abbiamo una persona al comando, come avviene in qualunque associazione; non esiste il modello gerarchico – prosegue Federico. Vogliamo dimostrare che in questa città esiste un gruppo di giovani che vuol fare arte, una realtà di giovani che è sensibile a certe tematiche sociali e che cerca di fare gruppo per potersi esprimere al meglio”.
È per tali ragioni che è stato optato per dare un nome così evocativo al movimento: “Resistenza è sempre più r-esistenza. Ci rendiamo conto che la popolazione è sempre meno coinvolta per cui il nostro motto è creare coesione, abbattere le barriere sociali. Nasciamo come realtà inclusiva, ogni idea è ben accolta, e per questo cerchiamo di sensibilizzare innanzitutto le istituzioni, affinché gli occhi vengano aperti sulle criticità patite dalla popolazione messinese, ma anche gli stessi cittadini di tutte le fasce d’età: più siamo, piu resistiamo. Lo dobbiamo a noi stessi. Quando sarà possibile, torneremo nelle piazze per farci sentire”.