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La Regione Siciliana acquisisce il Castello di Milazzo

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Il presidente della Regione Siciliana ha reso noto il trasferimento nell’asse patrimoniale della Regione del castello di Milazzo

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha reso nota la notizia del trasferimento nell’asse patrimoniale della Regione del castello di Milazzo.

“Abbiamo completato il negoziato con lo Stato per il trasferimento alla Regione del Castello e di altri immobili presenti all’interno di quell’area. Regione e Comune di Milazzo potranno dunque avviare tutte quelle iniziative per valorizzare questo bene, che è monumento nazionale attraverso una progettualità che passa non solo dalla Finanza regionale ma anche dai fondi strutturali e dalle risorse previste nel PNRR. Insomma la possibilità di operare una svolta per rilanciare non solo il bene, ma ritengo l’intera città di Milazzo”.

“Una straordinaria notizia – ha affermato da parte sua il sindaco della Città del Capo Midili -. Entrare a far parte del patrimonio della Regione è motivo di orgoglio per tutti noi, conoscendo anche cosa ha rappresentato nella storia della Sicilia il Castello di Milazzo. Si apre un percorso nuovo e ritengo più diretto per dar corso a quella progettualità che migliori l’offerta culturale del nostro bene che con i suoi 7 ettari di superficie rappresenta la cittadella fortificata più grande di Sicilia ed è uno dei complessi fortificati più significativi d’Europa. Una risorsa per troppo tempo sottovalutata che invece deve diventare volano della nostra economia”.

Dichiarazioni a cui si aggiunge anche quella dell’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao:

“L’orgoglio di essere i depositari di tanta ricchezza deve essere accompagnato dalla grande responsabilità che ne deriva nel custodirla, mantenerla e valorizzarla. Oggi l’offerta culturale siciliana rimane variegata e di grande impatto, nonostante si renda essenziale migliorare la governance integrata tra i vari rami dell’amministrazione che possa contestualmente portare ad una maggiore valorizzazione del patrimonio culturale e promuovere il turismo, così da rafforzare la capacità attrattiva del territorio e del brand Sicilia. Una attenta progettualità può facilitare la riqualificazione e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico magari anche consentendo l’introduzione di innovativi standard di fruizione finalizzati al miglioramento del contesto sociale ed economico del territorio”.

Fino ad oggi la cittadella fortificata veniva gestita dal Comune su concessione del Demanio dello Stato. Adesso tutto lascia presagire che il passaggio di proprietà potrebbe favorire l’acquisizione di risorse e ingenti investimenti a fini turistici.
Il castello di Milazzo, altrimenti noto come cittadella fortificata, ha origini assai remote e la sua costruzione risale all’XI secolo, sebbene sorga su resti di preesistenti insediamenti militari arabi e prima ancora bizantini.

In epoca normanno-sveva vengono edificati il dongione e un maestoso portale ai quali nei secoli successivi si aggiungeranno numerose costruzioni a scopo difensivo quali la cinta muraria aragonese e ancora quella spagnola, che guadagneranno al castello una superficie complessiva di 7 ettari ospitando pure un monastero benedettino e il Duomo antico, quest’ultimo ad opera dell’architetto Camillo Camillani.

Per la posizione strategica in cui si trova, il castello mamertino è stato coinvolto in tutte le più importanti vicende d’epoca medievale, moderna e contemporanea. Al riguardo non sfuggono per esempio la convocazione del parlamento presieduto da Federico d’Aragona (1295), l’importanza assunta dal maniero in occasione della preparazione alla Battaglia di Lepanto (1571) e, tra tutti, l’episodio che l’ha visto protagonista durante la Battaglia di Milazzo nel 1860.

E infine, come ogni castello che si rispetti, anche quello di Milazzo ha il suo fantasma: una povera monaca di clausura, in realtà una ragazza di nobile casato innamorata di un soldato, che venne costretta dal padre a diventare monaca e in seguito murata viva in un anfratto del maniero per impedire che si frequentasse con l’amante. Ancora oggi si racconte che nelle serate di plenilunio vaghi in cerca dell’amato, e non sono pochi coloro i quali giurerebbero di averla vista.

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