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Liberi professionisti e computer: ecco cosa fare quando si rompe il PC di lavoro

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In un mondo sempre più digitale, un computer è necessario per sopravvivere. Ormai, serve a svolgere ogni tipo di attività: dal pagare le bollette al prenotare viaggi, ma, soprattutto, a lavorare. Specialmente per i liberi professionisti e nell’epoca dello smart working.

Ma cosa succede quando il proprio dispositivo di lavoro arriva alla fine della sua vita? 

PC di lavoro: come preservarlo al meglio

Uno dei metodi più efficaci per allungare il più possibile la vita del proprio computer è sicuramente quello di preservarlo attraverso sia una manutenzione fisica che software del PC. Per la prima ci sono poche ma costanti accortezze da prendere, come rimuovere la polvere dal dispositivo, eliminare la sporcizia nella tastiera, magari utilizzando aria compressa, e pulire lo schermo correttamente, senza l’impiego di prodotti corrosivi, che possano danneggiare i pixel del monitor. A livello puramente software, invece, quello che possiamo fare è utilizzare alcuni strumenti di manutenzione molto utili. Innanzitutto bisogna evitare di sovraccaricare la memoria interna, il famoso disco fisso. 

Questo per evitare che anche le altre componenti, come processore e RAM, possano rallentare per l’eccessiva quantità di file presenti. Tra le soluzioni da poter adottare troviamo sicuramente le moderne memorie in cloud, sempre più ottimizzate anche per dispositivi come tablet. Si tratta di memorie non fisiche, almeno all’apparenza, basate su server remoti che consentono di salvare grandi quantità di dati e tenerli a nostra disposizione in qualsiasi posto o momento. Per accedervi basteranno una connessione ad internet e le credenziali create. Alternativa valida, invece, è l’acquisto di un disco esterno, da almeno 500 GB che consenta di spostare tutto ciò che precedentemente era nel PC su un hard disk secondario. 

Esiste anche la possibilità di salvare automaticamente i file aperti sul computer senza che questi vadano involontariamente persi, magari per la batteria scarica. Da AutoSaver per Windows alla funzione interna di macOS, che dovrebbe essere automatica. In caso non lo fosse, si può attivare dalle Preferenze di sistema tramite la relativa opzione. Infine, per tenere costantemente pulito il PC e non lasciare aperte app in background che possano usurare e affaticare processore e RAM, esistono altri software come CCleaner e affini, che liberano la memoria da file inutili e superflui, tenendo la CPU nella sua comfort zone. Un consiglio è anche quello di cancellare la cronologia e la cache ogni tanto sul proprio PC.

Cosa fare in caso di rottura del PC?

Ma se, nonostante i nostri immensi sforzi, il PC dovesse improvvisamente abbandonarci? Ovviamente la prima cosa da non fare è farsi prendere dal panico, cercando, invece, di essere il più razionali possibili. Infatti, non è detto che il nostro computer non possa essere in qualche modo riparato. Esistono case, come Apple, che mettono a disposizione addirittura un servizio di riparazione fai da te, da poco arrivato anche in Italia. In generale, però, specialmente se non si ha una vaga idea di dove mettere le mani, sarebbe meglio evitare di provare a riparare il PC da soli, in quanto potremmo solo peggiorare una situazione già difficile ma, magari, non ancora irreparabile. Meglio, quindi, rivolgersi agli esperti del settore, che possano fare una valutazione oggettiva del danno e dirci in poco tempo se ci siano speranze di recuperare il dispositivo, cosa che ci farebbe risparmiare soldi e tempo. 

Qualora, invece, non ci sia modo di ripararlo, l’unica alternativa è quello di acquistarne uno nuovo. Certo, la spesa potrebbe essere improvvisa e importante, magari non del tutto sostenibile con le sole proprie finanze. In questi casi va tenuta in considerazione l’idea di poter usufruire di alcune piattaforme presenti sul web, che vengono in soccorso offrendo servizi utili per fronteggiare imprevisti, come dei prestiti personali online. Ma il dispositivo, per quanto rotto, non è ancora del tutto da buttare. Anzi, esso contiene delle componenti che possono essere trattenute, ma non per utilizzarle su nuovi dispositivi, che avranno al 99% componenti completamente diverse. Però, per esempio, alcuni pezzi possono essere rivenduti su piattaforme di ecommerce, in quanto utili per altri utenti. 

Tra questi c’è la batteria: qualora non fosse eccessivamente usurata, questa potrebbe far comodo per chi possiede lo stesso modello del nostro notebook. Stessa cosa vale per il cavo di alimentazione, che può essere utilizzato per altri PC o altri oggetti che prevedano lo stesso voltaggio e abbiano lo stesso attacco. La RAM, invece, è uno di quei pezzi che difficilmente cambia la propria tecnologia, specialmente da un punto di vista prettamente hardware ed è facile che qualcuno possa utilizzarla per aumentare la velocità del proprio PC. Infine, CPU e hard disk sono assolutamente pezzi da smontare e trattenere. Il primo, infatti, potrebbe essere ricercato sul mercato second hand, mentre il secondo può essere riutilizzato come hard disk esterno con appositi adattatori, oltre che contenere ancora i nostri preziosi dati. 

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