Luca Guardabascio, giovane regista sulla cresta dell’onda per il suo gusto moderno, ma di taglio tradizionale per gli argomenti studiati e trattati nei suoi films, stupisce il pubblico mondiale.
Proviene dalla provincia di Salerno, Eboli. Emigra a Roma all’età di diciannove anni per inseguire il sogno del cinema, della scrittura e letteratura. Dopo aver frequentato l’Università per il cinema e teatro, è riuscito a realizzare diversi libri.
Da qualche anno è sotto contratto con la Newton Compton; pubblicando nel luglio 2019 il best seller “L’Amico Speciale”, per sette settimane nella top ten dei best seller nazionali e pubblicazione nella versione audiolibro, edito dalla Emons. Il best seller è tutto ambientato a Palermo. La Sicilia e Palermo sono una regione ed una città che Luca ama molto. Il suo primo documentario è stato girato proprio lì. Si tratta di una storia struggente tra un bambino con Sindrome di Down ed un altro bambino che sogna di fare il carabiniere, in una Palermo crepuscolare tremenda. La passione per il cinema si incrocia con i suoi sogni, quando all’età di quattordici anni comincia a fare i primi films O-movies.
A partire dal ‘95 ha cominciato la realizzazione del primo cortometraggio che lo ha condotto, in seguito, ai veri e propri films. Nel 2001 un film di matrice Hitchcockiana, con un attore-colosso italiano, Fabio Testi. È un film che parla del delitto perfetto. Ha poi realizzato nel 2005 “Addio notte bianca”, sul concetto della notte bianca romana, quando chiusi i negozi si può passeggiare e godere di eventi e diverse attività.
Si sono susseguiti tanti altri films, tra cui l’ultimo successo, che ha riscosso grandi consensi in America, un film sull’Andrea Doria, la nave sfortunata naufragata. La Doria, un gioiello tutto italiano, naufragata tragicamente la notte del 25 luglio 1956, quando il transatlantico, diretto a New York, viene speronato dalla nave svedese Stockholm, al largo della costa di Nantucket. Il Film è stato realizzato con il supporto di Domenica Simpson, la sopravvissuta. Pierette Domenica Simpson, una gaia signora d’origini piemontesi (di Pranzalito, nel Canavese) rifiorita a Detroit dopo essersi salvata da quella maledetta notte al largo di Nantucket, in prossimità delle coste americane. Aveva nove anni e mezzo e stava viaggiando sull’Andrea Doria con i nonni, dall’Italia per raggiungere gli Stati Uniti e riunirsi alla madre. Dopo questo successo, grandi le imprese di Guardabascio. Ha insegnato in America dal 2011 al 2019 la Storia d’Italia attraverso il cinema, per la scoperta di questo mondo e della cultura italiana. Luca sostiene di essersi innamorato degli italoamericani, che sente amici veri.
Emoziona questo giovane e intuitivo regista, quando orgogliosamente definisce gli italoamericani “possessori di un cuore e mezzo”, perché sempre legati con grande passione a due mondi.
Rammenta che da bambino con i suoi cugini organizzava delle piccole rappresentazioni teatrali.
I suoi genitori per la prima comunione gli regalarono la prima telecamera, da lì il via ai suoi lavori.
Scriveva tantissimo e le visualizzava continuamente per renderle credibili. Ha prima fatto l’attore e poi il regista. Arrivato a Roma nel 1994, i grandi attori erano in vita…e lui è stato fortunato, li ha trovati lì, sulla sua strada. Ha conosciuto, nel periodo di Cinecittà, le colonne del cinema, Alberto Sordi, Vittorio Gassman e Nino Manfredi. Con Nino aveva instaurato un sincero rapporto d’amicizia, perchè è stato suo grande maestro. Spesso lo incontrava al bar e qualche volta accompagnato anche a casa. Si sente fiero di sentirsi suo allievo ed è commosso al ricordo dei cento anni dalla nascita dell’attore di “C’eravamo tanto amati”. I suoi maestri sono stati anch’esso Florestano Mancini, Giuseppe De Santis, Carlo Rizzani, Giuliano Montalto, persone che gli hanno insegnato il cinema sociale e il rispetto del cinema. Le storie che Guardabascio tratta nei suoi films sono storie vere, storie di vita. Gli interessa l’essere umano; ricordando Rousseau e “l’essere umano è un animale sociale” afferma che non tutti gli uomini sono buoni. Ciò dipende dall’ambiente in cui si vive, dalla formazione e dall’educazione impartita.
