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L’ultima carica di cavalleria

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Risale a quasi ottant’anni fa l’ultima carica di cavalleria della storia

Risale a quasi ottant’anni fa, l’ultima carica di cavalleria della storia. A condurla sulla linea del Don il “Savoia Cavalleria”, storico reggimento fondato nel 1692 ai tempi del Ducato di Savoia e, nel contesto della II Guerra Mondiale, il 24 agosto 1942 bravamente impegnato a Isbuscenskij caricando, sciabola alla mano, tre battaglioni sovietici in procinto di chiudere in una sacca le unità del Regio Esercito Italiano.

L’esito vittorioso spinse il colonnello Bettoni Cazzago a telegrafare al Re:
“Il Savoia ha caricato, il Savoia ha vinto”
“Noi queste cose non le sappiamo più fare”, commentarono non senza ambiguità alcuni ufficiali tedeschi.

Il glorioso episodio non riuscì a invertire l’andamento della Campagna di Russia e di lì a poco l’8a Armata italiana (ARMIR) dovette intraprendere una drammatica ritirata durante la quale fu inseguita e continuamente attaccata dalle avanguardie russe fino al raggiungimento delle prime linee tedesche il 31 gennaio 1943.

A margine dell’eroica battaglia può risultare interessante anche la storia del cavallo maremmano Albino, classe 1932, in forza al 3° Reggimento Savoia Cavalleria e superstite della carica. Ma anche l’unico animale destinatario di una pensione di guerra risultando pure reduce e mutilato. Oggi il suo corpo imbalsamato è custodito a Grosseto, per l’appunto nella sala d’onore del Museo del Reggimento “Savoia Cavalleria”.

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