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Madelyn Robinson, “double impact” su Akademia Messina – intervista

Madelyn Robinson_MessinaWebTv_Sport
Volley – Serie A2/f – La statunitense è arrivata in Italia a coronamento di una lunga ricerca condotta dallo staff del presidente Fabrizio Costantino. Intervista, anche in versione inglese, a Madelyn Robinson

La serrata corsa estiva per reperire una struttura in grado di consentire la disputa del campionato di serie A2, faticosamente conquistato sul campo nella passata primavera, aveva lasciato poco spazio per reperire atlete in grado di alzare ulteriormente il tasso tecnico della squadra. Tanta, troppa burocrazia con cui si  erano quasi interamente riempite le giornate di lavoro dei membri dello staff.

Maddie Robinson

Si sapeva che il mercato di riparazione avrebbe dovuto garantire almeno due colpi che potessero garantire di vivere, con maggiore serenità, l’ultimo scorcio agonistico della stagione in corso, eppure, in un mercato contraddistinto da grande staticità nei movimenti delle atlete tra A1 e A2, non è stato facile né la ricerca quanto finalizzare, poi, le tantissime trattative messe in cantiere, in un periodo dell’anno, tra l’altro, in cui convincere papabili protagoniste a scendere al sud, rende complicata ogni possibile manovra. In un quadro così delineato, gli sforzi societari sono stati premiati con l’arrivo prima di Melissa Martinelli, classe ’93, 187 cm, centrale di grande esperienza – per lei tanta serie A2, una promozione in massima serie e una Coppa Italia di A2 (meritandosi anche il titolo di MVP della competizione) la scorsa stagione con Macerata – proveniente dalla serie A1, precisamente dal club della Volley Vallefoglia, ed infine, d’oltreoceano, la posto 4 Madelyn Robinson, classe ‘00, 178 cm di altezza, direttamente dalla squadra senior della Utah University, dove ha ben figurato nelle ultime tre stagioni, meritandosi la AVCA Honorable Mention All-American (premioassegnato dall’Associazione di Allenatori statunitense) e la selezione nella All Region First Team Pacific South e anche il terzo All-Pac-12 Award della sua carriera (Conference riservata alle prime squadre universitarie americane).

Quest’ultima, già in occasione del suo esordio a S. Elia (17 pt. per lei, attaccando con una percentuale del 50 %), a pochissime ore dal suo arrivo in Italia e con un solo allenamento alle spalle con le nuove, ha mostrato grinta da vendere e rapidità di esecuzione in fase offensiva. A Maddie non è bastato e non si è certo fermata qui, fornendo gradualmente il suo piccolo contributo anche in ricezione. Ecco gli altri numeri totalizzati dalla statunitense nelle altre quattro gare sin qui disputate. Nella vittoria contro Perugia (3-0) sono stati 14 i punti realizzati al termine dell’incontro di cui 13 in attacco – con una percentuale di punti del 45 % – e un ace. Altri 13 punti arrivano dalla sconfitta (0-3) nella trasferta di Martignacco (11 in attacco più 2 ace, con una percentuale di punti del 34%).  E’, però, contro Vicenza che Maddie risulterà top spiker del match con  27 punti  (21 in attacco con una percentuale del 48 %, 2 ace e 4 muri). Ma i numeri interessanti  Maddie li fa registrare soprattutto nella percentuale di efficienza in attacco. Un dato su tutti; contro Vicenza ha messo a terra un pallone su due (50 % di efficienza, ricavato considerando il totale dei punti realizzati, il numero di attacchi, gli errori commessi durante questo fondamentale e i muri subiti) che, per un attaccante laterale, è di grandissima rilevanza.  Attualmente, nelle cinque gare sin qui disputate, ha totalizzato 88 punti con una media di realizzazioni che si attesta a 17,6 ad incontro, contro i 20,66 punti a partita della migliore realizzatrice, nel ruolo di schiacciatrice (Giulia Angelina dell’Unione Volley Montecchio) sul totale delle 23 squadre inserite nei due gironi di serie A2. E nonostante mercoledì sera, nel confronto interno perso contro Montecchio (1-3) Maddie non abbia brillato di gran luce, sono stati comunque 17 i palloni messi a segno (15 in attacco e 2 muri, con una efficienza  che ha sfiorato il 22 %; valore inferiore ai suoi consueti standard). Uno score davvero niente male!

Abbiamo incontrato virtualmente Maddie Robinson, intervenuta quale ospite nel corso della quindicesima puntata di “Effetto Volley”, la rubrica di Universo Messina dedicata al volley messinese. Con il contributo fondamentale, nel ruolo di interprete, da parte di Rodolfo Savica, medico e tifoso messinese che vive ormai da anni negli USA, abbiamo provato a conoscere meglio il nuovo innesto del club del presidente Fabrizio Costantino.

Qui la versione inglese dell’intervista a
Madelyn Robinson

Maddie, come hai iniziato a giocare a pallavolo?

“Ho iniziato all’età di undici anni insieme a mia sorella, più grande di me.  Papà ci accompagnava di sera in palestra per giocare, per attaccare”.

Mi rendo conto che ti piace la pallavolo! Ma cosa ti ha spinto a diventare un atleta collegiale? E’ un grosso impegno da un punto di vista fisico, psichico e di tempo speso per riuscire a diventare un atleta di un certo livello nei collage americani.

“Io adoro giocare! Questo mi ha spinto a superare questi ostacoli, affrontare sacrifici e difficoltà”.

Sei stata un atleta della BY University  a Provo e poi della University of Utah a Salt Lake City, due università che hanno una fortissima rivalità sportiva. Perché hai deciso di passare dall’essere una “Cougar” (un giaguaro, simbolo degli atleti della BY) a diventare una “Ute”  (le squadre di atletica dell’Università dello Utah sono conosciute come “Utes” in onore della tribù degli indiani d’America da cui prende il nome lo stato dello Utah)?

“Semplicemente perché la BY University non mi permetteva di raggiungere ciò che volevo: conseguire una laurea in scienze motorie e chinesiologia, corso presente, invece, presso la University of Utah inserita, tra l’altro, in una Conference di alto livello – la Pac-12 – in cui tutti gli sport universitari sono coinvolti e che abbraccia tutte le università della costa occidentale.Quindi, non solo una questione sportiva ma legata ai miei interessi professionali. Volevo conseguire una laurea che mi potesse servire”.

Dove hai vissuto a Salt Lake City? Ci sono delle aree della città che dicono “chi sei e cosa ti interessa”…

“Vivevo in una zona denominata “Sugar House”, davvero molto graziosa! Ci sono tanti universitari che vivono lì ma è anche un quartiere “aperto”, appunto universitario”.

Perché diventare una professionista? Solo per la tua passione?

“Quando avevo quindici anni ho partecipato ad un torneo e giocavo molto male. Allora, il mio allenatore mi disse: «Maddie, se vuoi migliorare ti devi applicare su certi aspetti!» Ed io risposi: «Beh! Non solo migliorerò ma lo farò a tal punto che diventerà la mia seconda vita. Farò di tutto perché sia così! Così, continuando a giocare e ad ascoltare questi suggerimenti, diventerò una professionista».

Brava Maddie! Molto spesso noi, in Italia, non comprendiamo facilmente questo aspetto. Il professionismo si inizia molto giovani. Un’altra domanda…Utah, Salt Like…poi questo salto nel buio verso l’Italia. Come mai?

“È stato davvero difficile salire su un aereo senza conoscere niente e nessuno del posto dove sarei andata. Però, tutti sono stati subito molto gentili e mi sto trovando benissimo.”

Conoscevi la città di Messina e l’Akademia Sant’Anna? Cosa sapevi della squadra prima di arrivarci?

“Il mio procuratore mi ha detto che una squadra cercava una giocatrice con le mie caratteristiche. Allora ho chiesto dove fosse questa squadra. Quando mi ha detto Messina, in Sicilia, ho subito risposto: «Ah sì? Bellissimo! Ci voglio andare…voglio provare…». Sono subito saltata sull’aereo e sono venuta…ho dovuto guardare sulla cartina geografica dove fosse Messina…non sapevo dove si trovasse.”

Qual è stato lo shock culturale più importante di questa scelta per la tua vita quotidiana e la pratica sportiva?

“Non conoscere la lingua. Nella mia squadra tutti parlano un buon inglese per cui riescono a parlare con me. Però, ogni volta che sento che c’è un meeting dico: «ok…va bene…anche se non so esattamente cosa succederà… ». Poi me lo spiegano e va tutto bene. Ma sicuramente quello della lingua è stato lo shock più importante. Così come essere allenata in italiano. Le persone mi dicono esattamente cosa fare e va bene”.

Ci sono delle differenze tra l’essere un atleta di pallavolo in un collage americano piuttosto che un professionista in Europa?

“Si, essere un professionista mi permette di allenarmi due volte al giorno ed io sono contentissima di farlo. Prima, all’università, avevo degli orari specifici e limitati nella giornata”.

È molto bello sentire una professionista che dice di amare allenarsi e giocare…dimmi Maddie…cosa ti manca di più e di meno degli USA?

“Mi manca il burro di arachidi…non ne trovo qui a Messina”.

Chiederemo al presidente Fabrizio Costantino di trovartelo…(già fatto) anche se la crema di pistacchio potrebbe essere un’alternativa…ed invece cosa ti manca meno?

“Il freddo! In Utah fa molto freddo ed è un freddo secco. Non mi manca affatto il freddo”.

A Messina il clima è molto gradevole…e dimmi ancora…qual è stata la cosa più bella fatta a Messina…mangiare cibo, qualche attività…

“Camminare sulla spiaggia è bellissimo. Il cibo è buonissimo! Mi piace la pizza, la pasta…”

Hai provato ad assaggiare il pesce spada?

“Ancora no…”

Bisogna provarlo…è anche il logo di Universo Messina…tra l’altro per gustare il pesce spada, ci vuole un po’ di tempo per acquisirne il sapore…senti Maddie, qual è la tua più grande qualità nella pallavolo ed, invece, ciò in cui devi ancora migliorare?

“Mi alleno sempre, ho voglia di imparare, voglio migliorarmi sempre costantemente. La mia più grossa debolezza? Sto ancora imparando il sistema di gioco e ci vorrà un po’ di tempo per acquisirlo. Spero che, nel corso della stagione, riuscirò a farlo diventare un mio punto di forza”.

Una delle ultime domande, come quelle che si fanno a chi cerca un lavoro…come ti vedi tra cinque anni e tra dieci?

“La risposta è semplice! Tra cinque anni mi vedo ancora a giocare a pallavolo e tra dieci anni ancora a giocare a pallavolo”.

Sei molto appassionata! Mi piacerebbe che anche tanti altri atleti fossero così…si parlava di professionismo e mi è venuta in mente la figura dei campioni. In genere, i campioni sono coloro che in allenamento dimostrano già di esserlo, ad esempio, allenandosi più dei compagni, allenandosi molto di più di quanto è ordinariamente richiesto. E risulta che Maddie già faccia questo, chiedendo di allenarsi ancora e ancora…è vero?

“Siii e ringrazio gli allenatori che me lo permettono e mi aiutano. È vero, sto più tempo ad allenarmi”.

Questo deve essere d’ispirazione per tutti coloro che fanno qualsiasi tipo di sport…Maddie, sei arrivata in Italia e dopo qualche ora sei stata chiamata ad essere determinante ,in campo, nella gara contro S.Elia. Nonostante la sconfitta sei comunque riuscita a metterti in luce…ecco…nei primi istanti di quella gara, cosa hai pensato? Eri travolta dall’emozione oppure la voglia di far bene era più forte di qualsiasi sentimento che potesse condizionare la tua prestazione?

“Ero molto contenta di giocare. Ho fatto un allenamento prima della partita ed ho visto che tutto andava ad una velocità molto più alta di quanto fossi abituata. Però, ero troppo contenta e volevo giocare, mostrare cosa sapessi fare, ero molto molto contenta e desiderosa di giocare”.

Sei arrivata da poche settimane eppure, gara dopo gara, sei migliorata in ricezione, ti abbiamo visto murare anche da sola. Sei consapevole di essere diventata una colonna di Akademia Sant’Anna?

“Non lo so…sono solo contenta di giocare e di fare del mio meglio ogni settimana. Sono molto delusa dalla sconfitta (si riferisce al successo di Vicenza la tie-break di domenica scorsa). Potevamo centrare il successo, ma sono contenta di giocare con tutte le mie compagne, tutte grandissime giocatrici. Sono contenta di giocare con loro perché è ciò che voglio fare”.

Grazie Maddie, benvenuta in Sicilia e a Messina, soprattutto grazie per la simpatia, la solarità e il tuo sorriso che hanno accompagnato ogni istante del nostro incontro. E grazie a Rodolfo senza il quale questo dialogo con Maddie non sarebbe stato possibile. In bocca al pesce spada, Maddie.

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