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Record d’incendi nell’estate italiana: +256% rispetto al periodo 2008-2020

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La crisi climatica che avanza e la mano umana sono i primi responsabili del problema

La crisi climatica che avanza e la mano umana sono i primi responsabili del problema.

Secondo i dati raccolti dal sistema europeo di informazione sugli incendi boschivi (Effis) e analizzati dalla Coldiretti, in Italia gli incendi sono cresciuti del 256% nell’estate 2021 con una escalation di fuoco rispetto alla media storica 2008-2020.

 

 

Come afferma Coldiretti “Caldo e piromani spingono i grandi incendi che in Italia sono cresciuti – come detto – del 256% nell’estate 2021 con una escalation di fuoco che dalla Liguria alla Calabria, dalla Sardegna alla Puglia, dalla Sicilia alla Campania, dalla Basilicata all’Abruzzo, fino Marche, Molise e Toscana, costa all’Italia circa un miliardo di euro fra opere di spegnimento, bonifica e ricostruzione. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati Effis rispetto alla media storica 2008-2020 in relazione ai violenti roghi che stanno devastando il Paese con decine di migliaia di ettari di boschi e macchia mediterranea inceneriti dalle fiamme, animali morti, alberi carbonizzati, oliveti e pascoli distrutti e fiamme che arrivano a lambire le città e la stesa riserva naturale di Castelporziano della Presidenza della Repubblica.

In questo contesto – evidenzia la Coldiretti – è importante l’opera di sorveglianza dei cittadini per segnalare subito eventuali incendi come ha giustamente sottolineato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha ribadito la sua condanna per atti di criminalità che colpiscono la comunità civile e ha ringraziato i cittadini che hanno segnalato l’attentato incendiario a Castelporziano che si aggiunge ai roghi che hanno devastato l’Italia nell’estate 2021.

Una situazione angosciante che l’Italia è costretta ad affrontare – evidenzia la Coldiretti – perché se da una parte 6 incendi su 10 sono di origine dolosa, con i piromani in azione, dall’altra per effetto della chiusura delle aziende agricole, la maggioranza dei boschi nazionali si trova senza sorveglianza per l’assenza di un agricoltore che possa gestirli in un Paese come l’Italia dove più di un terzo della superficie, per un totale di 11,4 milioni di ettari, è coperta da  boschi con quasi 1 su 3 (32%) che in Italia fa parte di aree protette.

Inoltre è rilevante l’impatto economico degli incendi con un costo economico per la collettività che supera – afferma la Coldiretti – i diecimila euro a ettaro dai costi immediati per le operazioni di spegnimento e ai danni su flora e fauna, attività agricole, ambiente e biodiversità ai quali – continua Coldiretti – vanno aggiunti quelli a lungo termine per la bonifica delle aree e per far rinascere tutto l’ecosistema forestale e tutte le attività umane tradizionali, dalla raccolta della legna a quella dei tartufi e dei piccoli frutti, dai ricerca dei funghi all’ecoturismo. Infatti per ricostruire tutto l’ecosistema del bosco e ripristinare le attività tradizionali – ricorda Coldiretti – ci vogliono in media 15 anni.
Per difendere il bosco italiano – continua la Coldiretti – occorre creare le condizioni economiche e sociali affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di vigilanza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli, anche nei confronti delle azioni criminali.

Peraltro i roghi che devastano le foreste hanno anche l’effetto – conclude Coldiretti – di aumentare il deficit commerciale nel settore del legno, dove l’industria italiana è la prima in Europa ma importa dall’estero più dell’80% del legname necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento, per un importo di 3,4 miliardi nel 2020 ed un incremento del 33% nei primi cinque mesi del 2021.”

Un altro record negativo che si aggiunge a quello degli eventi meteo estremi, in forte crescita nel corso dell’anno (+56% rispetto al 2020). Entrambi i fenomeni hanno un denominatore comune: la crisi climatica.

Nel nostro Paese infatti il surriscaldamento corre a velocità più che doppia rispetto alla media globale – +2,4 °C rispetto al 1880 vs +1,09°C rispetto al periodo 1850-1900 –, e a sua volta alimenta l’incremento degli eventi meteo estremi.

Nel 2020 lo European severe weather database ha censito per l’Italia quasi 1.300 tra i principali eventi meteorologici estremi connessi al cambiamento climatico, il valore più alto mai registrato dopo l’anno record 2019. E dal 2008 al 2020 si sono moltiplicati otto volte e sono cresciute tutte le tipologie di eventi estremi: +480% i tornado, +580% le piogge intense e le bombe d’acqua, +1.100% le grandinate e +1.200% le raffiche di vento.

Nel caso degli incendi, invece, l’azione umana è doppiamente responsabile: oltre a influenzare le condizioni climatiche che ne rendono più probabile l’incremento, secondo i dati riportati dal Ministro Cingolani «il 57,4% degli incendi sono dolosi, il 13,7% non è intenzionale, e quindi sono colposi per mancanza di cultura. Siamo già, dunque, oltre il 70% di incendi responsabilità nostra».

 

Nel video  il Ministro della Transizione Ecologica Prof. Roberto Cingolani, nella seduta di giovedì 5 agosto 2021 (estratto) con l’informativa urgente, a nome del Governo, sullo sviluppo di gravi incendi in diverse aree del Paese.

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