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Sabato il Messina giocherà a Catanzaro

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Gli sportivi ricorderanno un giocatore simbolo che indossò i colori giallorossi del Catanzaro, quel Massimo Palanca, icona del calcio degli anni ’80.
MASSIMO PALANCA CON LA MAGLIA DEL CATANZARO NEL 1980 .

 La città, capoluogo della Calabria, con i suoi 85.544 abitanti è il secondo comune della regione per popolazione. Si affaccia sul golfo di Squillace, il luogo in cui, secondo Omero, Ulisse fu accolto e raccontò la sua storia. È conosciuta come la città dei due mari, si trova infatti nella striscia di terra più stretta d’Italia dove solo 30 Km separano il mar Ionio dal mar Tirreno. Il clima è caratterizzato dalla presenza costante di vento, tanto che un antico proverbio catanzarese così recita, ”Trovare un vero amico è così raro come un dì senza vento a Catanzaro.” È probabile che la città sia stata, alle sue origini, un’antica colonia greca.

La zona del centro storico accoglie i più importanti esempi di architettura civile, si tratta di palazzi signorili abitati in passato da famiglie nobiliari. Tra i più importanti Palazzo de Nobili, sede del Comune cittadino.  Di particolare pregio anche le architetture religiose, le principali sono la Cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta edificata nel 1121 (in cui sorge il Duomo), la Basilica dell’Immacolata Concezione e la Chiesa del Santissimo Rosario.

Tra i principali monumenti della città segnaliamo “Il Cavatore” opera scultorea di Giuseppe Rito, realizzata nella prima metà degli anni cinquanta e rappresenta, tramite l’immagine di un uomo nell’atto di scalfire la roccia sottostante con un piccone, la laboriosità, la forza e la tenacia dei catanzaresi. La scultura si trova all’ingresso di Piazza Matteotti che rappresenta il principale salotto della città. Catanzaro è definita la “città dei ponti”, visto il numero dei viadotti che collegano i vari quartieri, fra questi, quello caratterizzato da un maggior pregio architettonico è il Ponte Bisantis, costruito tra il 1959 e il 1962.

La squadra di calcio del Catanzaro ha una grande tradizione calcistica, dal 1959 al 1984 militò tra la Serie B e la Serie A, approdando nel 1966, alla finale di Coppa Italia, e negli anni compresi fra il 1979 e il 1983, militò consecutivamente per cinque anni in massima serie, partecipando anche a due semifinali di Coppa Italia. Il miglior risultato in Serie A coincide con due settimi posti consecutivi: nel 1980-1981 e nel 1981-1982.

La zona del centro storico accoglie i più importanti esempi di architettura civile, si tratta di palazzi signorili abitati in passato da famiglie nobiliari. Tra i più importanti Palazzo de Nobili, sede del Comune cittadino.  Di particolare pregio anche le architetture religiose, le principali sono la Cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta edificata nel 1121 (in cui sorge il Duomo), la Basilica dell’Immacolata Concezione e la Chiesa del Santissimo Rosario. Tra i principali monumenti della città segnaliamo “Il Cavatore” opera scultorea di Giuseppe Rito, realizzata nella prima metà degli anni cinquanta e rappresenta, tramite l’immagine di un uomo nell’atto di scalfire la roccia sottostante con un piccone, la laboriosità, la forza e la tenacia dei catanzaresi. La scultura si trova all’ingresso di Piazza Matteotti che rappresenta il principale salotto della città. Catanzaro è definita la “città dei ponti”, visto il numero dei viadotti che collegano i vari quartieri, fra questi, quello caratterizzato da un maggior pregio architettonico è il Ponte Bisantis, costruito tra il 1959 e il 1962.

La squadra di calcio del Catanzaro ha una grande tradizione calcistica, dal 1959 al 1984 militò tra la Serie B e la Serie A, approdando nel 1966, alla finale di Coppa Italia, e negli anni compresi fra il 1979 e il 1983, militò consecutivamente per cinque anni in massima serie, partecipando anche a due semifinali di Coppa Italia. Il miglior risultato in Serie A coincide con due settimi posti consecutivi: nel 1980-1981 e nel 1981-1982.

Il precedente più recente risale allo scorso torneo, quando la partita tra Catanzaro e Messina venne ribattezzata la “partita del Toast” in seguito a ciò che i giocatori siciliani consumarono in attesa di effettuare dei tamponi, perché colpiti da un focolaio Covid.

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