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Sofonisba Anguissola ovvero la prima grande pittrice italiana

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Un’occasione da non perdere per chi ama scoprire i capolavori delle pittrici del Rinascimento e del Barocco

Il prossimo 2 marzo, a Palazzo Reale di Milano, nell’ambito della mostra “Le Signore dell’Arte – Storie di donne tra ‘500 e ‘600”, in cui sarà possibile ricostruire i profili di 34 artiste attraverso l’esposizione di 130 opere, verrà presentata la tela della cremonese Sofonisba Anguissola intitolata “Madonna dell’Itria” (1579), recentemente restaurata sotto la sorveglianza della Soprintendenza di Catania da Domenico Cretti.

La notizia è stata accolta con entusiasmo da tutta la comunità di Paternò, tanto più che l’opera è di proprietà della parrocchia di Santa Maria dell’Alto, il cui parroco, don Salvatore Patanè, ha nei giorni scorsi indetto una conferenza stampa per spiegare ai giornalisti l’importanza della tela custodita nel paese etneo. Sofonisba Anguissola, di nobili natali e che non faremmo fatica a considerare la prima grande pittrice italiana, anticipando se non altro cronologicamente la ben più nota e tormentata Artemisia Gentileschi, era la moglie del principe Fabrizio Moncada Pignatelli, uno dei più importanti feudatari siciliani, che aveva sposato nel 1573 e di cui era rimasta vedova solo cinque anni più tardi essendo don Fabrizio annegato nei pressi di Capri durante un attacco dei pirati.

Una donna colta, Sofonisba, avendo grazie alla famiglia di origine studiato letteratura, pittura e musica, come pure le sorelle Elena, Lucia, Minerva, Europa e Anna Maria, divenute disegnatrici e pittrici molto apprezzate.

Ritrattista ufficiale alla corte di Filippo II di Spagna, Sofonisba Anguissola, per la delicatezza della mano e la capacità di cogliere la personalità dei soggetti ritratti, fu ammirata dai colleghi maschi e fra tutti da Antoon Van Dyck, che avendola conosciuta a Palermo presso la corte del viceré di Sicilia Emanuele Filiberto di Savoia, la ritrasse agée e quasi cieca in un dipinto che si conserva ancora oggi alla Galleria Sabauda.

Particolarmente feconda dal punto di vista artistico, nel periodo siciliano la Nostra realizzò alcune opere maggiori tra cui, oltre alla già celebrata “Madonna dell’Itria”, anche la “Madonna della Raccomandata”, restaurata dal comune di Cremona e come la pala precedente in tour fino al 2022 prima di far ritorno nella cittadina catanese.
La “Madonna dell’Itria”, che fino ad oggi non ha mai lasciato Paternò, è attesa dai visitatori meneghini che fra tre giorni potranno ammirarla a Palazzo Reale di Milano nell’ambito della rassegna “Le Signore del Barocco”, per poi fare tappa in autunno al museo Civico di Cremona.

Un’occasione da non perdere per chi ama scoprire i capolavori delle pittrici del Rinascimento e del Barocco, pari per talento ai colleghi di sesso maschile, ma meno pagate e assecondate dai mecenati di tutta Europa.

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