Al convegno, aperto dal Rettore, ha partecipato anche il Procuratore Capo di Messina Maurizio De Lucia. “Ci sono livelli della mafia – ha detto – che ancora non riusciamo ad intaccare”
“Dobbiamo ancora condurre una lotta complicata verso quei livelli dell’organizzazione mafiosa che noi non riusciamo a intaccare, in cui sfuma il carattere della violenza e si aprono scenari di relazione difficili da indagare e da portare di fronte ad un giudice. E’ una scommessa da vincere assieme a quella di stretta attualità connessa alla questione del PNRR, importante per la storia del Paese”. Fanno riflettere la parole del Procuratore dell Repubblica, Maurizio De Lucia, pronunciate oggi nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università , che ha ospitato l’incontro dal titolo “Il ricordo e la memoria di Giovanni Falcone”. Con questa iniziativa, organizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Magistrati di Messina, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati e l’Ufficio Scolastico Provinciale, l’Ateneo ha voluto ricordare la strage di Capaci in cui, trent’anni fa, oltre a Falcone, persero la vita la moglie, il magistrato Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro.
Dopo i saluti istituzionali da parte del Rettore, Salvatore Cuzzocrea, del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Messina, Domenico Santoro, del Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati sez. Messina, Laura Romeo e del Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Messina, Stello Vadalà, i lavori sono stati introdotti dal Prorettore vicario, prof. Giovanni Moschella.
Sono intervenuti il Procuratore della Repubblica di Messina, Maurizio de Lucia; Noemi Munter e Simona Calabrese, studentesse dell’Università di Messina; Francesco Pizzuto, componente del Consiglio Nazionale Forense; Gaetano Paci, Procuratore della Repubblica di Reggio Emilia e Ida Angela Nicotra, Ordinario di Diritto Costituzionale dell’Università di Catania.
Cuzzocrea: “Dobbiamo avere il coraggio di non girarci dall’altra parte”
“L’Ateneo, come ogni anno, è orgoglioso di onorare la memoria di Giovanni Falcone, non solo con questo incontro, ma anche illuminando la facciata dell’Università – ha detto il Rettore -. Le vittime della strage di Capaci sono cadute nell’esercizio del loro lavoro, facendo capire ai giovani di allora ed a quelli di oggi quanto sia importante compiere ad ogni costo il proprio dovere. I magistrati, e coloro i quali sono al loro fianco, continuano ancora oggi a proseguire la battaglia sull’esempio di questi grandi eroi. La mafia esiste, ma le leggi che Falcone ha contribuito a formare rappresentano un importante ostacolo contro l’illegalità. Non solo il 23 maggio o il 19 luglio dobbiamo avere il coraggio di non girarci dall’altra parte, perché la vera libertà è quella di poter scegliere da che parte stare; credo che il nostro Paese debba essere orgoglioso della sua magistratura ed ogni giorno, da cittadini, dobbiamo ricordarcelo per aiutare le istituzioni a sconfiggere la mafia”.
Romeo: “Il sorriso di Giovanni non si è ancora spento”
“Falcone è un punto di riferimento per tutti noi magistrati – ha detto Laura Romeo – ed il simbolo della lotta alla mafia. Ci ha lasciato un metodo di lavoro innovativo, moderno e dinamico: è con Falcone e Borsellino, infatti, che nascono la Procura nazionale, le direzioni distrettuali antimafia e l’incredibile intuizione, sul piano processuale, della scelta strategica del maxi-processo condivisa con Paolo Borsellino. Di Giovanni desidero, oggi, ricordare il profondo senso del dovere, il suo coraggio, la sua fermezza, la sua rettitudine ed anche il suo sorriso speciale che nella memoria delle persone oneste non si è ancora spento”.
De Lucia: “Sono figlio di una generazione di magistrati cresciuta con la voglia di costruire legalità”
“Abbiamo il dovere – ha aggiunto il Procuratore De Lucia – di coniugare memoria, cultura, diritto praticato ed uscendo dal Palazzo di Giustizia dobbiamo ricordare queste vittime immolate della Repubblica. Sono trascorsi 30 anni ed io sono figlio di una generazione di magistrati cresciuta con l’impulso e la voglia di costruire legalità. L’azione di continuità dello Stato nel contrasto del fenomeno mafioso non si è mai arrestata e, seppur con alcuni errori, ha ottenuto importanti risultati che non sono ancora conclusivi. Penso, ad esempio, all’aggressione dei patrimoni di Cosa Nostra, realizzata grazie al lavoro delle forze di Polizia ed alla legislazione che Falcone stesso ha contribuito a forgiare in maniera decisiva fra il 1991 ed il 1992.
Paci: “Quella di Falcone è anche un’eredità di valori”
“Sono davvero grato a tutti i presenti – ha commentato il dott. Paci – per l’accoglienza in questa giornata densa di significati. Non si tratta solo di una ricorrenza, ma anche di prospettive per il futuro dei nostri giovani ai quali abbiamo il dovere di consegnare il testimone, non solo delle nostre attività professionali, ma anche dei risultati ottenuti da una intera generazione nel corso di 30 anni. Quando io sono arrivato a Palermo, Falcone era già andato al Ministero, eppure la sua presenza era immanente. Quella di Falcone è un’eredità sia sul piano tecnico che dei valori, divenuti punti di riferimento universali per tutte le persone oneste. Noi siamo figli del fuoco delle stragi, siamo cresciuti in mezzo alle lamiere, alle macchine che saltavano ed ai lutti; perciò, sulla traccia di questi eroi, dobbiamo necessariamente costruire un Paese pulito e giusto per evitare che il male si ripeta”.
L’incontro si è concluso con un dibattito a cui hanno preso parte gli studenti.