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Taormina, leggenda o paesaggio, verità o magia?

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Taormina: Cornice mitologica e richiamo di scrittori, artisti ed esteti., è un misto di leggenda e paesaggio, di verità e magia

Taormina , a circa 40 km in provincia di Messina, è uno dei centri turistici più conosciuti della Sicilia. Nota in tutto il mondo per il suo fascino ammaliante e le sue ricchezze archeologiche e storiche , è ritenuta una delle cittadine più belle del mondo. Il suo charme e la bellezza dei suoi colori la rendono unica .

Taormina è situata su un promontorio che divide due insenature : lo Stretto di Messina e il Mar Jonio. Essa è delimitata , da un lato da Porta Messina, dall’altro Porta Catania che con i loro archi la designano. A sud sembrano apparire sfumature variopinte , dal blu del mare, alla cima sfavillante del vulcano circondato dalla neve. Oasi di verde e giallo degli aranceti con il nero della lava raffreddata fanno da sfondo sulle rupi dell’Etna, sembrando delle memorie mai dimenticate.

Con il turismo riaffiora l’ex convento di San Domenico, ora Hotel prestigioso, chiostro antico dei frati domenicani del quattordicesimo secolo. Facile per il viaggiatore ammirare e descrivere una rocca incantata. È forse la più bella del Mediterraneo , come tanti l’hanno definita? Cornice mitologica e richiamo di scrittori, artisti ed esteti. Taormina è un misto di leggenda e paesaggio, di verità e magia.

 

 

Taormina è figlia di leggende siciliane , popolate da giganti, da mostri , poggiata sullo scenario del “temibile vulcano” Etna. Nel Settecento, Taormina è descritta dai poeti come finestra aperta davanti a tutte le “meraviglie” dell’Isola . Sono esempi: Il Teatro Greco , costruito in età ellenistica sulla sommità del Monte Tauro , le naumachie romane e i ricordi arabi . Omero nell’Odissea , fa riferimento a Polifemo . L’ira del gigante non si potrebbe immaginare ambientato altrove, se non alla presenza di quel minaccioso cratere che è in cima all’Etna . Anche i nomi di paesi, fiumi, gole laviche , che la circondano, i prefissi Aci, i Ciclopi, l’Alcantara , conducono Taormina a tempi preistorici. Si racconta, infatti, che secondo Diodoro Siculo, storico greco, sulla rocca del paese abitassero i Siculi , che vivevano di agricoltura e di pastorizia . Dionisio di Siracusa non sopportava gli Jonici , visto che era un Dorico. Scacciatili , nell’anno 396 a. C. occuparono Tauromenion , ovvero colle a forma di toro , guidati da Imilcone, generale Cartaginese . Un’altra versione asserisce che lo spostamento dei calcidesi sarebbe avvenuto nell’anno 358 a.C. dopo l’eccidio di Naxos (in seguito Giardini Naxos).
Strabone racconta che Taormina abbia avuto origine da Zanclea (Messina i). Plinio credeva che , in principio , Taormina si chiamasse Naxos.

Con Andromaco Taormina risplende, ma poi cadrà sotto il tiranno siracusano Agatocle, che ordinerà di massacrare molti uomini illustri del paese. La città restò sotto Siracusa fino a quando Roma, nel 212 a. C. la dichiarò provincia romana. Fu anche teatro di guerra tra Sesto Pompeo e Ottaviano . Alla fine del dominio musulmano secondo una leggenda sarebbe stata donata da San Pietro al vescovo Pancrazio . Mediante la chiesa costruita ai suoi fianchi sorse il primo vescovato della Sicilia . Fino alla venuta degli Arabi, si susseguirono Goti e Bizantini. Nel 906 Taormina cadde sotto i Saraceni, con un assedio lungo due anni. Narra la storia che la città fu rasa al suolo e i suoi abitanti uccisi . In seguito , nello scontro tra cristiani e musulmani fu ricostruita più a Sud, in mezzo a stupende ville e fontane. Il Conte Ruggero, divenuto padrone, cinse la città con ventidue fortezze di legno . Gli Arabi si arresero nel 1078.

Nel tempo Taormina diventò città demaniale, appartenente alla Diocesi di Messina . I francesi nel 1676 si impadronirono di Taormina , mentre a Messina c’erano tumulti contro gli Aragonesi . Dopo gli Angioini , impegnati con gli Aragonesi nella guerra del Vespro, Taormina ritornò sotto il dominio degli Spagnoli . Quando giunsero le truppe napoleoniche di Napoli , Re Ferdinando I di Sicilia , la omaggiò donando al sindaco di quel periodo Pancrazio Ciprioti, la meravigliosa terra ai piedi di Taormina, che per le sue straordinarie bellezze , porta il nome di IsolaBella.

Sotto i Borbone, che si affezionarono al paese , fu realizzata una strada litoranea che univa Messina a Catania . Questa si raccorda alla via Consolare Valeria, fatta costruire dai Romani in mezzo alle alture . Nel XVIII secolo, Taormina fu residenza del turismo dei nobili , primi fra tutti gli inglesi . Lady Florence Trevelyan, la cui nonna paterna, Lady Maria Wilson, era cugina della Regina Vittoria , si trasferì a Taormina ed ivi sposò Salvatore Cacciola, medico e sindaco di Taormina . Quando acquistò Isola Bella comprò 82 casette per i pescatori ed aree , poi sostituite da un enorme giardino , diventato il primo giardino pubblico di Taormina . Nei primi del Novecento dall’Inghilterra arrivò il Re Edoardo VII. Si ricorda che Wolfgang von Goethe scrisse di Taormina nel suo “Viaggio in Italia”. Dal libro “(riferito al teatro greco di Taormina) Se ci si siede lassù dove stavano gli spettatori che occupavano i gradini più alti, si deve riconoscere che mai un pubblico, in un teatro, ha avuto davanti a sè uno spettacolo come questo. Di lato, a destra, si levano, sulle rocce più alte, i castelli, lontano, in basso, giace la città e, quantunque le costruzioni siano moderne, altre simili a queste sorgevano, un tempo, vicino al tempio. Di qua lo sguardo percorre tutta quanta la lunga cresta dell’Etna, a sinistra, la spiaggia sino a Catania, anzi sino a Siracusa. L’enorme monte fumante chiude poi il quadro ampio e grandioso; non è però spaventoso perchè l’atmosfera piena di vapori lo attenuano e lo rendono più dolce di quanto non sia.” Pian piano “ la bella fanciulla “ come viene ancora oggi definita Taormina , fu conosciuta in tutto il mondo per le sue bellezze paesaggistiche . Se ne innamorarono lo Zar Nicola I, Gabriele D’Annunzio, Sigmund Freud , Edmondo De Amicis etc. Sembrerebbe quasi certo che a Taormina , Friedrich Nietzsche scrisse il romanzo: “Così parlò Zarathustra” . Numerosi furono gli alberghi delle famiglie dei dintorni . Nella seconda Guerra Mondiale, Taormina fu sede del Comando tedesco Wehrmacht e subì violenti bombardamenti alleati. Nel tempo , oltre che meta di personaggi illustri , divenne centro di artisti del teatro e televisione. Una delle attrattive più spettacolari taorminesi è il Teatro Antico. Sembrerebbe di origine ellenica ( III secolo a.C.) , oggi più di gusto Romano . I Greci rappresentarono le loro tragedie . Nel periodo Augusteo ebbe 109 metri di diametro e 10.000 spettatori, in seguito al tempo dei Romani ospitò le venationes, ovvero i combattimenti romani tra gladiatori e leoni. Risale all’epoca tardo-antica, il portico che trovarsi dietro le scene . Allo stato odierno è costituito da 120 metri di diametro è 20 m. d’altezza e si affaccia sullo Jonio . Ogni anno al Teatro Antico si ripete lo spettacolo : Taormina Arte , Film Fest e la rassegna cinematografica internazionale del David di Donatello. Essa possiede un altro gioiello: Palazzo Corvaja. Realizzato ad opera degli Arabi ; oggi è divenuto Museo delle Arti e Tradizioni Popolari . Il palazzo è sede di convegni organizzati dal Parlamento Siciliano. Anche il Duomo è molto antico, visto che risale al Medioevo . Come se si riflettesse nel suo mare a poca distanza ed altrettanto fantastica , ai piedi di Taormina sorge IsolaBella . Affascinante per le testimonianze e memorie antiche , IsolaBella emerge dal “basso” . Viene esaltata per la sua bellezza e la grazia della natura circostante. Osservandola è possibile scoprire tesori archeologici d’arte, come gioielli incastonati tra le gemme di quell’ angolo di paradiso. Fu , così chiamata dal barone Wilhelm von Gloeden, nobile tedesco, vissuto in Sicilia, che attirò schiere di turisti . Ci si chiede quale sia stata la sua storia. L’Isola Lachea, formata da rocce sormontate da argille , è la più grande fra le Isole dei Ciclopi . Di origine vulcanica legata alle prime eruzioni sottomarine nel golfo di Acitrezza risalirebbero a circa 500.000 anni fa. Secondo la leggenda l’origine è da attribuire ai massi lanciati da Polifemo contro la nave di Ulisse-Nessuno( IX canto – Odissea).

Questo angolo di Eden , che è Isola Bella, si può raggiungere a piedi per mezzo della striscia di sabbia che la collega alla terraferma, che scompare e ricompare a seconda delle maree.
Taormina è un varco aperto davanti a tutte le “meraviglie” dell’Isola, misteriose ed orride, tramandate nei racconti popolari. Fra i più noti racconti taorminesi c’è quella dei Lupinari . Secondo la fantasia popolare , i lupinari erano ritenuti dei malefici maghi , che risiedevano nella contrada Luppineria , nei pressi del borgo di Castelmola , paese in cima alle montagne di Taormina . Nelle notti di plenilunio, costoro percorrevano le strade di Castelmola terrorizzando tutti coloro che incontravano . Si dice che si trasformassero da persone umane in maiali e che per tornare nuovamente uomini, bisognava pungerli con un chiodo che doveva essere benedetto . L’ago doveva essere quello della “ugghiata” dei contadini (asta di un ramo di castagno di circa due metri) . La loro residenza era una baracca del querceto, nelle strettoie di Pizzo Giulio del Monte Lapa. Si dice che , in una notte di luna piena d’estate , due agricoltori di Castelmola avessero incontrato i lupinari a “Pietra Iudio” . I contadini si spaventarono così tanto, che morirono di crepacuore .

Sembrano storie mitologiche , frutto di fantasia, che , però , tramandate dagli avi rimangono nel ricordo delle generazioni future . Tutte le leggende , tuttavia pur destando sconcerto e dubbi , restano impresse e vive nella memoria popolare. Taormina è oggi moderna e sfavillante di giorno e di notte per i suoi numerosi negozi e locali , che la rendono attraente e unica nel mondo. Per i suoi colori e per la sua arte , invece, è patrimonio dell’Unesco .

È, per questo , che non bisogna dimenticare i secoli di Storia , che unendosi alla mitologia, la rappresentano come in un mosaico.

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