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Tavolo di coordinamento degli interventi in materia di salvaguardia dell’ambiente marino

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Si è tenuta questa mattina, presso il Palazzo del Governo, una riunione per la costituzione, in seno alla Conferenza permanente prevista dall’art. 11 del decreto legislativo 300/99, di un Tavolo di coordinamento degli interventi in materia di salvaguardia dell’ambiente marino e costiero nell’ambito del territorio di questo Capoluogo.

All’incontro, convocato dal Prefetto di Messina, Cosima Di Stani, d’intesa con il Comandante della Capitaneria di Porto, erano presenti oltre ai vertici della Questura, dei Comandi provinciali dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e dei Vigili del Fuoco, il Soprintendente del Mare presso l’Assessorato regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana e rappresentanti del Comune di Messina, dell’Università degli Studi, nonché dell’Associazione Marevivo Sicilia, Cooperativa Ecosfera ed Associazione Feluche dello Stretto. 

Il Prefetto di Messina ha, preliminarmente, sottolineato l’importanza di una condivisione di valutazioni tese ad implementare la sinergica pianificazione delle attività in materia di salvaguardia dell’ambiente marino, nel rispetto delle relative competenze, finalizzata ad agevolare la celerità delle operazioni inerenti il recupero dai fondali di variegati materiali inquinanti, tenuto conto delle peculiarità del territorio cittadino, caratterizzato in massima parte da litorale costiero. 

A tal proposito, il Comandante della Capitaneria di Porto ha illustrato le eventuali criticità derivanti dal ritrovamento in mare di un inquinante e le specifiche procedure da seguire, che, peraltro, nei mesi scorsi hanno già coinvolto le associazioni e gli enti interessati, coordinati dalla Prefettura, in una prima attività di recupero di una rete di circa 300 metri impigliata sui fondali della zona di Capo Peloro.

Durante i lavori, si è dato corso ad una ricognizione esperienziale delle ipotetiche sopravvenienze che, statisticamente, si concretizzano nel corso del rinvenimento di reti a strascico, quali ad esempio la presenza di ordigni bellici risalenti alla seconda guerra mondiale, oppure di reperti archeologici che necessitano altresì di tutela e vigilanza.

I partecipanti hanno, pertanto, espresso vivo apprezzamento per l’iniziativa, manifestando la propria disponibilità per tutti gli aspetti ritenuti idonei ad ulteriormente implementare la difesa dell’ambiente marino, come la mappatura dei siti a rischio o maggiormente interessati, i procedimenti di smaltimento degli inquinanti, la disponibilità ad offrire proprie risorse, umane e strumentali, per fare fronte ad emergenze.

In tale direzione, verrà sottoscritto nelle prossime settimane uno specifico protocollo di intesa per agevolare le iniziative di tutela dell’ambiente marino.

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