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Totò Augello, l’amore e la forza degli emigrati

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Occorre ripristinare, dunque, la consulta. Le divergenze si possono appianare

Il Direttore del giornale “Emigrazione siciliana” si batte per la Consulta Usef all’estero.

“Lu trenu di lu suli
Ci fu un lampu di spaventu
chi siccò lu ciatu a tutti;
Rosa Scordu sbarra l’occhi,
focu e lacrimi s’agghiutti.
La radio continua a trasmettere:
«I primi cadaveri riportati
alla superficie dalle squadre di soccorso
appartengono a nostri connazionali
emigrati dalla Sicilia”.

(canzone scritta da Ignazio Buttitta)

 

A primo acchito incute quasi soggezione Salvatore Augello, detto Totò…Voce calda e potente, sicura di sè, delle esperienze di una vita giornalistica.
Dal 1981 è collaboratore, redattore e Condirettore di “Emigrazione Siciliana”, giornale, chiuso nel 2008 e sostituito dalla pagina web www.usefinternazionale.org.
Bel viso, senza rughe, tratti distesi, navigato per le tante battaglie portate a termine. Sembra un giovanotto di mezza età, con i suoi “anta “ portati favolosamente.

Dopo una breve introduzione, che dà il via all’intervista interplanetaria che lo renderà noto in tutto il mondo, il tono già più confidenziale rende il colloquio piacevolmente amichevole. Curriculum di tutto rispetto, alti titoli a iosa, per un personaggio di ampio spessore culturale. È l’uomo del Sud che, nato a Serradifalco(CL), dopo anni di lotte per difendere la causa degli emigrati, è entrato a far parte della vita politica e volontariato nel sociale. Già dal 1970 ha collaborato con giornali e riviste, facendo sentire la sua voce: “L’INCONTRO” (Bruxelles), “LA STRADA” (Amsterdam), “L’EMIGRANTE” (Francia), “IL CANADESE” (Canada), “PRESENZA” (Santiago del Cile), “L’ORA” (Palermo), “L’UNITA'” rubrica emigrazione, le agenzie di stampa “EMIGRAZIONE NOTIZIE” e l’AISE. Parte senza fermarsi nella sua intervista Salvatore Augello.

Totò Augello

È come un treno, diretto nel suo percorso, simile al “Il treno di lu suli”, testo di Ignazio Buttitta e musiche del cantastorie siciliano, Nonò Salomone. La meravigliosa melodia, cantata splendidamente da molti, grido per le tante tragedie che hanno colpito gli emigrati italiani, ricorda la sciagura della miniera di Marcinelle, in Belgio. È toccante ascoltare la versione del giovane cantautore Siciliano, ennese, Mario Incudine, che in numerosissimi concerti ha emozionato il pubblico. Con l’Associazione di cui è Presidente, Salvatore, ha ritenuto opportuno pubblicare un numero di circa 40 testimonianze, anche Dirigenti, che hanno lavorato per gli emigrati siciliani. Nel 1970 nacque Usef (Unione Siciliana Emigrati e Famiglie), con lo scopo di seguire, organizzare e aiutare i siciliani sparsi per il mondo. Racconta Totò che era “in aria la crisi”, che poi arrivò nel 1973. Si pensò di dotare la Regione di una legge che potesse aiutare i tanti siciliani espulsi dal processo produttivo delle industrie dell’Europa del nord, che cercavano di rientrare in Sicilia.

La sede Usef, è nata a Palermo ed ivi rimasta fino al 2018. Dal 2012 la Regione Sicilia non ha più contributo finanziariamente. Per poter mantenere la sede e la Storia dell’Associazione, Augello ha trasferito la sede sociale a Serradifalco, suo paese d’origine, dove per i locali non ci sono problemi di affitto. L’Associazione ha festeggiato “le nozze d’oro”, proprio nel mese dí dicembre, dei quali 47 vissuti da Totò, che fa parte del Direttivo Filef, Faim. Ora si è creato anche il coordinamento delle Associazioni regionali, per portare avanti una battaglia unitaria della Regione. È un modo per acquisire un potere diverso ed essere trattati come Sindacato di categoria. Non si capisce, continua, perché si parli di economia in Sicilia, senza dar voce alle Associazioni degli emigrati. Essi rappresentano una categoria poco apprezzata, poco conosciuta da parecchi anni a questa parte. Sono, tuttavia, un’enorme risorsa, che potrebbe essere utile alla ripresa della Sicilia stessa. Se si pensa come i Siciliani e gli italiani in genere abbiano esportato nei quattro punti cardinali del cosmo abitudini alimentari, usi, costumi, la lingua e la cultura italiana apprezzata nel mondo, le Regioni e in particolare la Sicilia dovrebbero guardare indietro. Si dovrebbe capire quello che si faceva una volta, quello che hanno saputo fare queste Associazioni. Ciò che hanno presentato ai governi regionali “su un piatto d’argento”( si cita testuale) è stato misconosciuto. L’Associazione Usef nel lontano 1992 in un convegno, svoltosi a Stoccarda in Germania, ha lanciato l’assioma, “emigrazione uguale risorsa”. È stato poi diffuso in tutto il mondo, tuttavia neanche allora la politica ha dato il suo apporto. L’esperienza indelebile del Direttore Augello durante questi anni di lotte, come ricorda, è avvenuta nella piazza del suo paese. Quando gli emigrati tornavano, durante le ferie nei mesi estivi, arrivavano con macchine gigantesche. Trascorrevano le notti davanti ai bar, come a scaricare la tensione accumulata durante l’anno. Quando veniva chiesto loro che tipo di lavoro facessero, rispondevano: “Niente, premo un bottone e la macchina si mette in moto”. Totò aveva, perciò, immaginato che il Belgio dovesse essere un paese di bottoni. Quando nel 1972 andò per la prima volta in Belgio, in missione, in mezzo agli emigrati, si rese conto che i bottoni erano abbastanza pesanti. La gente partiva da casa alle quattro del mattino; dormiva in piedi sul treno affollato e rientrava la sera. Non si meravigliò più del fatto che, nei paesi del Borinage( Belgio), ricco di miniere e di industrie pesanti, dal lunedì al venerdì non ci fosse “anima viva” in giro. Non si meravigliò più che la gente, dopo essere stati fuori dodici ore di lavoro per lavorarne otto, andasse stanchissima a riposare la sera. Era, perciò, facile capire che nel mondo si vivesse per mangiare, mentre in Belgio si mangiava per vivere. Alla domanda se nella sua famiglia ci siano emigrati, Salvatore risponde sorridendo. La sua è una famiglia di due generazioni: quelli prima della guerra e quelli dopo la guerra. I due nati dopo la guerra, un fratello e una sorella, sono emigrati in Belgio. L’amore di questo Direttore per gli emigrati è tale che rappresenta l’essenza del cuore di ciascun emigrato. Augello è noto in America, dove la sua fama di sostenitore degli emigrati è rafforzata dal Cav. Josephine Buscaglia Maietta. Lo rammenta settimanalmente la Regina del “Sabato italiano”, trasmissione presentata dalla siciliana di Castelvetrano a Radio Hofstra University , di New York e premiata “Radio number one in the world”.

Totò ha conosciuto Josephine nel 1999, quando la giornalista accompagnò in Sicilia un gruppo di ragazzi giunti dall’America, in colonia. Quell’anno il raduno fu alla Playa di Catania. Alla nascita della legge 55 della Regione siciliana c’erano difficoltà ad applicarla, nel ‘75 senza fortuna, poi ripresa nell’80. Si prevedevano colonie, campeggi, ma ciò che mancava era la norma applicativa. Fu proprio Augello a inventarsi la modulistica per far partire le iniziative. In quel periodo si contava un numero di circa 100-120 ragazzi nei due mesi estivi. I giovanissimi, giunti dall’estero, avrebbero sviluppato un programma più culturale che ricreativo. Sorride il Direttore, che rivela di essere molto grato a Josephine, perchè non gli ha mai fatto mancare il suo aiuto, anche quando si è recato in America. La “Regina del Sabato italiano” è stata, perciò, nominata consultrice di Usef in America. Ora Augello prosegue che la consulta è un organo importante e si spera possa affermarsi definitivamente. Il Direttore dichiara di aver iniziato una campagna per affermare la giornata del siciliano nel mondo. Si è già presentato un progetto all’Assessorato alla Famiglia, perché il 15 maggio, giornata all’autonomia siciliana, possa coincidere con la giornata del siciliano nel mondo. Ci sono stati due tentativi non istituzionalizzati. È stata l’Argentina che ha battuto nel tempo l’Italia e la riuscita dell’iniziativa, dato che Paranà ha già dichiarato il 15 maggio, giornata del siciliano nel mondo. Ultimamente è stata inserita nel progetto la richiesta di istituzionalizzare il tutto. Ricordando i suoi diversi viaggi rammenta l’incontro a Los Angeles con la comunità degli emigrati italiani in America. A San Francisco ricorda l’iniziativa che coinvolgeva il Consolato che riguardava l’emigrazione come risorsa. L’interessante intervista di Augello sta per volgere al termine con l’accorato grido del “grande intellettuale” nisseno agli emigrati sparsi nel mondo, a cui non si stanca di ricordare che non sono soli.

Gli italiani all’estero hanno bisogno dei connazionali e viceversa. Hanno una bella rete organizzativa e associativa, che aderisce spesso con le Associazioni, creando un dualismo. Ai siciliani che occupano i quattro continenti insiste dicendo di stare uniti, perché soltanto così si potranno far valere i diritti di una categoria che negli ultimi dieci anni è stata dimenticata dalla politica. Regioni che erano all’avanguardia, con la scusa della crisi economica, con la scusa dei risparmi, hanno visto gli interventi tagliati fuori. Per primi, quelli a favore degli emigrati. Poichè, invece, gli emigrati sono una grande risorsa, dimostrata dall’export “Made in Italy”, devono sapere che avranno tutto l’appoggio, affinché la politica torni a interessarsi di loro. Solo l’unione contribuirà a ciò. Persevera che ci sono degli organismi appositi, CGE, Comites, per creare un movimento che risvegli questo interesse. È quello che deve restituire le conquiste, guadagnate nel corso degli anni. Che possa ridare funzione anche ai Deputati eletti all’estero, che con il taglio”orizzontale” non hanno la forza giusta per imporsi.
Essendo stato l’ultimo Presidente della consulta regionale dell’ Emigrazione Siciliana, scaduta nel ‘95, da allora la battaglia del Direttore si rafforza, perché questo organismo si ripristini.

Occorre ripristinare, dunque, la consulta.

Le divergenze si possono appianare. Lui “uomo della mediazione” è aperto a qualunque trattativa, purché propensa ad accordi reciproci. Solo così si giungerà a concessioni da entrambe le parti per affermare “questa tanto sospirata” consulta, come un qualsiasi Sindacato di Categoria.

A Salvatore Augello e ai fratelli emigrati i migliori auguri, perché, come diceva Lucio Anneo Seneca: “Si vis amari, ama”. Se vuoi essere amato, ama.

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