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Tragedie di Siracusa: “Agamennone” di Eschilo

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dramma a tinte noir

Grande successo di pubblico per l’Agamennone, scritta dal tragediografo Eschilo, e portata in scena in questa 57esima edizione delle rappresentazioni teatrali in programma al Teatro greco di Siracusa.

Il regista Davide Livermore ha voluto puntare sugli effetti scenici multimediali, unitamente agli acrobatici virtuosismi sonori, per coinvolgere gli spettatori nel dramma a tinte noir della nobile famiglia di Argo.

A catturare l’attenzione è senz’altro la parete a specchio sulla quale si riflette l’immagine delle gradinate gremite; al centro della parete, un grande oblò a proiettare immagini inquietanti, presagi del funesto destino che sta per abbattersi sul condottiero figlio di Atreo, di ritorno dall’estenuante spedizione troiana.

Che il destino non debba sorridere ad Agamennone lo si comprende da due elementi, anzi tre:


dalla presenza di una bimba dal volto pallido, fantasma della figlia Ifigenia, uccisa dal re degli Atridi per volere divino;
dalle parole della profetessa Cassandra, le cui profezie finiscono nel vuoto poiché il suo destino è quello di non essere creduta;


dalla spavalda imperiosità della moglie di Agamennone, Clitemnestra, fasciata di un abito rosso sangue, anche questo un indizio di ciò che accadrà.

La moglie, ferita dall’omicidio della figlia Ifigenia, sfodera la rabbia che ha in corpo architettando, assieme all’amante Egisto, un agguato al marito ignaro di ogni cosa.

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