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’u Pagghiaru

u Pagghiaru_MessinaWebTv_Cronaca
Una tradizione che ha origine nel XI secolo, introdotta dai padri basiliani che dall' Armenia portarono la tradizione di festeggiare rievocando il battesimo di Gesù Cristo sotto un grande albero e che con una serie di cambiamenti è arrivata fino a noi.

Da allora a Messina, nel villaggio di Bordonaro, il 6 gennaio dopo la benedizione ai partecipanti, il parroco dà il via ad una curiosa e velocissima arrampicata su un albero a forma di capanna, i partecipanti hanno l’obbiettivo di arrivare in cima dove vi è una croce  per accaparrarsi così i premi, soprattutto alimentari .

’u Pagghiaru ” è organizzato in una perfetta sinergia tra la parrocchia Santa Maria delle Grazie con il consiglio pastorale e il comitato “Madre Teresa di Calcutta; indispensabile il sostegno della comunità.

Una manifestazione  con grande significato augurale di prosperità per l’ anno nuovo e un modo per ingraziarsi la natura con offerte e riti propiziatori, una manifestazione che offre sfumature che si confondono tra il sacro e il profano e che parlano di tradizioni popolari mai perdute, di storia e insediamenti che sono le radici della città. 

’u Pagghiaru”, costruito  da sempre con l’apporto degli stessi abitanti, è unico nel suo genere in Italia; presuppone una partecipazione corale sin da quando si tagliano i rami di castagno nei Colli Sarrizzo, quando vengono lavorati, assemblati con l’antica tecnica dei cestai per comporre lo scheletro e questo sistemato sul palo nella posizione definitiva, poi addobbato con mandarini, arance, ciambelle senza sale e materiali vari (cotone idrofilo, dischi multicolori di cartone) forniti dagli abitanti, fino all’assalto conclusivo con il primo dei contendenti che, alla fine della scalata, riesce a raggiungere la cima e prendere la Croce.
Quest’anno l’onore di arrivare primo, con uno sprint formidabile, è toccato a Luciano Vinci

 A conclusione della Festa, in tarda serata, ha  avuto luogo lo spettacolo di giochi pirotecnici del “cavadduzzu e l’omu sabbaggiu” dove i personaggi, un uomo all’interno di un’intelaiatura di canne a forma di cavallo ed un altro, entrambi ricoperti di ogni genere di petardi, mortaretti e cariche esplosive, danzano al suono di una specie di tarantella lenta mimando le fasi di una lotta. La pantomima rituale simboleggia l’incontro dell’uomo con la natura, evidenziata con la lotta dei due personaggi e con la vittoria di chi esaurisce le cariche per ultimo.

Quest’anno, dopo la pandemia,” i vincitori du pagghiaru sono tutti i partecipanti” ha voluto sottolineare il parroco don Severino.

Presenti all’ evento il sindaco Federico Basile e l’assessore Minutoli.

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