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“Una società che non sa perdonare”: una riflessione

cucchi
L’impegno di chi dirige la cosa pubblica deve essere profuso per impedire il ripetersi di simili barbarie indegne di un paese civile !

Quando si perdona non si cambia il passato ma il futuro.

Ogni uomo sa che può sbagliare durante il cammino della vita e che inciampare e battere giù a terra è possibile.
Troppo spesso, in questa strana società, i criminali, i ladri, i tossicodipendenti muoiono non per mano della legge ma per mano di altri uomini, per il giudizio implacabile di ” CHI NON HA PECCATO”, un giudizio che, come un’ ascia appesa a un filo di ragnatela, pende sulla testa di chi ha perso la propria vita dentro qualcosa di sbagliato e non riesce a ritrovarla.

“Il PERDONO NON ESISTE “…….
è solo la bugia di una società bigotta che finge un perdono che sa già non sarà mai veramente concesso a chi ha sbagliato.

La storia di Stefano Cucchi è lo specchio di quel falso buonismo che l’uomo manifesta soltanto all’ indomani della tragedia.

E poi?
E poi dimentica, si dimentica che ogni uomo merita una seconda opportunità, che ogni colpa quando viene pagata dovrebbe essere cancellata, che ogni uomo che cade in un errore, soprattutto quello della ” malattia ” di ogni tossicodipendenza, non merita di essere massacrato a botte da nessuno e specialmente non da chi veste quell’ abito impettito carico di responsabilità della giustizia.

Uno Stato giusto perdona e non giudica, ma aiuta.

Un governo che fa a pugni da tutta una vita tra maggioranza e opposizione, che regala spettacoli orrendi nelle camere dei deputati, oggi si allea per la prima volta contro un ragazzo ( cattivo, drogato, spacciatore o semplicemente perduto nella ricerca di un riscatto che non avrebbe visto mai) ma sempre un ragazzo, massacrato di botte, da chi avrebbe dovuto insegnare la giustizia.

Oggi Stefano viene ancora una volta massacrato e ancora una volta muore per mano di uno Stato che, invece di allearsi per un Paese che sta morendo di abbandono, pensa a fiancheggiarsi perché non si intitoli una piazza o una strada ad uno che altro non era che un tossico con precedenti penali .” Le piazze non vanno intitolate a quelli cosi……”

Quelli così che un perdono ed un riscatto non ce l’avranno mai, nemmeno dopo essere morti dentro le mura fredde e grigie dell’ infermeria della casa dello Stato, con il corpo livido, le ossa quasi fuori dalla pelle, e l’ anima spezzata, convinti che la famiglia l’avesse abbandonati e lontani da due genitori disperati e una sorella straziata dal dolore che non lo avrebbero visti mai più…

Destra e Sinistra hanno votato compatte contro la mozione di Rubini: non si intitolano strade a uno così…..”Non ha legami con la città, non ha fatto opere per cui valga la pena essere ricordato, il processo per la sua morte non è ancora arrivato al terzo grado di giudizio e in fondo era un tossico”.

Oggi Stefano viene ucciso ancora……
Ma finalmente destra e sinistra vanno d’ accordo………
mentre l’ Italia muore.

 

(NdR): Comprendiamo ed apprezziamo lo spirito che ha ispirato la riflessione della nostra collaboratrice, uno spirito che rivela senso civico ed animo sensibile. Ci permettiamo però due osservazioni: la prima è distinguere la Stato (Istituzione) da coloro che lo dovrebbero rappresentare e difendere.
Chi ha agito contro Cucchi ha una enorme responsabilità personale e nell’uccidere un giovane inerme non solo ha commesso un delitto ma ha tradito lo Stato e del proprio scellerato operato deve rispondere alla Giustizia.
La seconda osservazione è che non concordiamo con la frase “Uno Stato giusto perdona e non giudica, ma aiuta.” Perché pensiamo che il perdono appartenga generalmente ai singoli (ed è sempre difficile), lo Stato deve prima di tutto aiutare chi è in difficoltà (gli ultimi) ma deve anche applicare le leggi e giudicare.
L’impegno di chi dirige la cosa pubblica più che ad intitolare strade o piazze deve essere profuso per impedire il ripetersi di simili barbarie indegne di un paese civile !

 




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